13 anni fa Fabrizio Quattrocchi sfidò i terroristi islamici: così muore un italiano (video)

14 Apr 2017 15:47 - di Antonio Pannullo

Il primo rapimento recente di italiani nel mondo a lasciare il segno nella memoria collettiva è del 2004, in Iraq. Vengono sequestrati il 13 aprile a Baghdad 4 contractor, Fabrizio Quattrocchi, Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e Salvatore Stefio. Il sequestro fu rivendicato da tali Falagni Verdi di Maometto, gruppo mai identificato. Quattrocchi viene assassinato, gli altri liberati. Indimenticabile il video in cui la vittima dice ai carnefici: «Vi faccio vedere come muore un italiano». Quattrocchi è stato insignito della Medaglia d’Oro al Valor civile alla memoria. Quattrocchi era nato a Catania nel 1968. Da sempre appassionato di arti marziali e di cose militare, frequentò corsi per diventare addetto alla sicurezza. Servì anche nell’Esercito italiano, in fanteria, dove, come caporal maggiore, prestò servizio a Como. Nel novembre 2003 partì per l’Iraq. A seguito dell’invasione – mai totalmente riuscita – dell’Iraq da parte degli Stati Uniti, poiché il Paese era tutt’altro che pacificato, giunsero decine di migliaia di contractor, con l oscopo di fornire supporto ai militari nel controllo del territorio e nella protezione delle persone. I rapitori inviarono un ultimatum all’Italia: ritirare le proprie truppe dall’Iraq e scuse per talune frasi che avevano offeso l’islam. L’ultimatum fu rifiutato e l’8 giugno 2004 gli atri tre furono liberati, ma non Quattrocchi. Nel maggio precedente tramite la Croce Rossa aveva ritrovato dei resti vicino l’ospedale di Baghdad, che poi furono identificati con certezza dall’esame del dna come quelli di Quattrocchi. I funerali furono celebrati il 29 maggio nella cattedrale di Genova. È stato sepolto nel cimitero monumentale della stessa città Staglieno. Del suo barbaro assassinio c’è un video, e il Sunday Times trasmise in esclusiva un’intervista con un certo Abu Yusuf, presente all’esecuzione di Quattrocchi e sedicente autore del video stesso. Secondo Yusuf l’Italia aveva pagato quattro milioni di euro di riscatto. I motivi dell’omicidio non sono tutt’oggi del tutto chiari. L’allora ministro degli Esteri Franco Frattini così raccontò la fine: «Quando gli assassini gli stavano puntando la pistola contro, questo ragazzo ha cercato di togliersi il cappuccio e ha gridato: adesso vi faccio vedere come muore un italiano. E lo hanno ucciso. È morto così: da coraggioso, da eroe». E Pino Scaccia del TG1 così descrisse la scena: « Fabrizio Quattrocchi è inginocchiato, le mani legate, incappucciato. Dice con voce ferma: “Posso toglierla?” riferito alla kefiah. Qualcuno gli risponde “no”. E allora egli tenta di togliersi la benda e pronuncia: “Adesso vi faccio vedere come muore un italiano“. Passano secondi e gli sparano da dietro con la pistola. Tre colpi. Due vanno a segno, nella schiena. Quattrocchi cade testa in giù. Lo rigirano, gli tolgono la kefia, mostrano il volto alla telecamera, poi lo buttano dentro una fossa già preparata. “È nemico di Dio, è nemico di Allah”, concludono in coro i sequestratori». Commozione da Giorgia Meloni: “Vi faccio vedere come muore un italiano: è la frase pronunciata da Fabrizio Quattrocchi il 14 aprile di 13 anni fa, di fronte ai suoi vigliacchi aguzzini. Parole brevi, semplici ma così profonde da scuotere le coscienze di tutto il mondo e segnare i cuori di una intera Nazione. Il mio pensiero va a lui e a quel gesto che nessuno potrà mai cancellare, con la speranza di ritrovarci a Genova il prossimo 14 aprile per deporre un fiore in via Fabrizio Quattrocchi, eroe italiano, che oggi ancora manca nella città che chiamava casa”, ha scritto su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia.

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