Anche Dario Argento stronca la Raggi: “Non la sceglierei mai per un mio film”
Tempi duri per la Raggi: la sindaca di Roma nel mirino di detrattori istituzionali e polemiche dei romani, continuamente in bilico tra errori e inadempienze, oggi non supera neppure un ideale provino cinematografico del regista Dario Argento il quale, senza se e senza ma, ai microfoni di Un giorno da pecora rivela come e perché non la scritturerebbe mai per un suo film dell’orrore. Troppo trash, troppo pulp persino per lui? Il mistero aleggia, mentre una sola verità si fa strada e in primissimo piano: la prima cittadina della capitale a cinquestelle e infiniti buchi neri ha incassato un’altra bocciatura…
Dario Argento: la Raggi? In un mio film non ce la metto
“Sto scrivendo un nuovo film, insieme ad uno scrittore americano, e dovrebbe esser girato in Canada, anche se non è ancora sicuro. E, contemporaneamente, sto scrivendo anche un libro di fiabe nere per adulti”. A parlare è Dario Argento, che oggi è stato ospite del programma di Rai Radio1 Un Giorno da Pecora, condotto da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, e che, tra anticipazioni e bilanci, confessa: un posto per la Raggi, tra sceneggiature e libri di favole gotiche in lavorazione, proprio non riesce a immaginarlo il mago del brivido. Non solo: “Non mi è simpatica”, replica all’insidioso interrogativo il regista ai due intervistatori beffardi, tra ironia e schiettezza disarmante, e cimentandosi poi in un’imitazione della sindaca capace di evocare immagini e scenari a dir poco a tinte fosche. “Andiamo lì, con il cagnolino a spasso, come stiamo bene, ci divertiamo, mano nella mano, quanto è bello, facciamo le foto a tutti…”. Toni in falsetto e echi inquietanti, che pongono la questione: ma quando mai la Raggi avrebbe fatto una scena simile? “Ma lei lo fa – ha prontamente chiarito il regista ai microfoni di Radio1 – è nella sua anima”.
“Grillo? Mi fa paura: cosa gli è successo?
Un’anima che Dario Argento intravede a dir poco come enigmatica, evidentemente. Anche per questo, forse, quanto a un ipotetico ruolo della Raggi in suo film, sgombera il campo da equivoci e possibilità e confessa: “In un mio film, la Raggi, non ce la metto”. Del resto anche nei confronti del suo nume tutelare ed eminenza grigia Beppe Grillo, il regista confessa di nutrire non pochi dubbi e perplessità. Beppe Grillo? “Mi fa più paura di Salvini. L’ho conosciuto quando era un attore, era molto simpatico. Poi, improvvisamente…”. Cosa è successo? C’è stata la sua trasformazione in caudillo della nuova destra, di questo partito che ha preso il nome dagli alberghi cinquestelle…” Mistero, insomma. Giallo. Horror. E alla Dario Argento naturalmente…