
Def, previsioni sempre misere: l’economia non si schioda dall’1% di crescita
Economia - di Tito Flavi - 11 Aprile 2017 - AGGIORNATO 12 Aprile 2017 alle 08:23
L’economia italiana balla ancora sull’1 per cento di crescita. È il misero risultato di una politica economica che rimane asfittica. Il deficit nel 2017 dovrebbe attestarsi al 2,1% del pil. Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni al termine del Cdm che ha approvato il Def. «Per il 2018 c’è una previsione del deficit nel patto di stabilità europeo molto severa e rispetto alla quale lavoreremo convinti che la discussione avviata in Ue possa portare a esiti positivi». «Abbiamo i conti in ordine -dice sempre Gentiloni – e li abbiamo non aumentando le tasse ma accompagnando il risanamento con misure di sviluppo e crescita». Gentiloni annuncia anche che il Cdm ha approvato il «piano investimenti da qui al 2032 pari a 47,5mld». Fino al 2032? Invece di sparare la cifra di 47, 5 miliardi, Gentiloni avrebbe fatto meglio a dire che si tratta di appena 3 miliardi l’anno: ben poca cosa per le necessità di modernizzazione dell’italia.
Da parte sua, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sostiene che il pil dell’Italia segnerà un incremento dell’1% nel 2018 e 2019 «per impatto dello stance di politica fiscale particolarmente stringente ma che mettiamo sulle tabelle e che rispecchia lo stato degli impegni con l’Ue». Padoan fa anche professione di ottimismo puramente propagandistico : «I tassi di crescita sono sostenibili e sostenuti, andranno rafforzandosi nel futuro». Inoltre «le riforme daranno i loro frutti e le previsioni saranno smentite verso l’alto con sorprese positive». Si dà però il caso che la crescita media dei Paesi Ue sia stimata intorno all’1,8%. L’economia dell’Italia rimane il fanalino di coda dell’Ue, nonostante le altisonanti chiacchiere di Gentiloni e del suo predecessore Renzi.
Padoan dice anche che «il debito-pil si stabilizza» e quindi sarà «intorno al valore dell’anno scorso». Il ministro aggiunge anche che «questo è un risultato molto importante ottenuto anche in assenza di inflazione e dunque di crescita nominale assai bassa». Nella stima della nota di aggiornamento al Def dello scorso settembre il debito-pil nel 2016 era al 132,8%. Padoan si guarda bene dal dire che si tratta di un rapporto paurosamente alto e che strozza di fatto lo sviluppo italiano. È il risultato di tutte le politiche economiche depressive dei governi italiani da Monti a Gentiloni.
di Tito Flavi