
La strage di Stoccolma non smuove Minniti: “Dobbiamo integrarli”
Home livello 2 - di Robert Perdicchi - 9 Aprile 2017 - AGGIORNATO 20 Giugno 2017 alle 10:32
Neanche la strage di Stoccolma, dove degli islamici perfettamente integrati hanno scelto di scagliarsi contro quel popolo che li aveva accolti e integrati, modifica l’approccio politico del centrosinistra sul tema dell’immigrazione e dei rischi del terrorismo. All’indomani del tragico bilancio causato dall’ennesimo camion lanciato nella folla, il ministro degli Interni Marco Minniti non modifica il proprio vocabolario: “L’integrazione è decisiva e l’accoglienza ha un limite proprio nella capacità di integrare. Le espulsioni sono strumenti preziosi di prevenzione perché colpiscono chi si radicalizza”, dice Minniti in un’intervista al Corriere della Sera. “L’Italia – afferma – ha un sistema di difesa di massimo livello, ma l’allerta è altissima e dunque dobbiamo intensificare le misure di protezione. Abbiamo bisogno di tenere insieme tre importanti attività: intelligence, prevenzione e controllo del territorio”. “Si conferma che l’equazione terrorismo e immigrazione è sbagliata e invece è sempre più evidente il rapporto tra terrorismo e mancata integrazione. Proprio per questo è importante ribadire che l’accoglienza ha un limite nella capacità di integrazione”, afferma. Dall’inizio dell’anno sono state decretate 32 espulsioni preventive per ragioni di sicurezza nazionale. “Si tratta di uno strumento di prevenzione preziosissimo perché consente di ‘colpire’ la radicalizzazione prima che possa trasformarsi in compiuta progettualità terroristica”.
Minniti e la vigilanza sulle città d’arte
Minniti ribadisce poi che “sarebbe sciocco credere che ci sia qualcuno al riparo dalla minaccia jihadista” ma rivendica di aver “messo in campo tutte le forze a disposizione e – assicura – continuiamo a farlo visto che il nostro sistema si è rivelato finora efficace e quindi bisogna potenziare le misure già in atto”. Coordinamento è, secondo il ministro dell’Interno, la parola chiave: “L’integrazione tra pattuglie e difesa passiva è fondamentale, ma senza far venire meno per i cittadini la fruibilità dei luoghi. L’Italia ha tra le sue industrie principali il turismo, ha città d’arte che tutto il mondo ci invidia. Non cederemo alla paura – assicura – ma metteremo in campo strategie di sorveglianza e protezione in accordo pieno con gli amministratori locali”.