Naufragio Concordia, udienza in Cassazione per Schettino: l’ultimo verdetto

19 Apr 2017 13:07 - di Lorenza Mariani

Da cinque anni è alla sbarra perché, tra accuse e giustificazioni, indizi e prove, recriminazioni e verità, Francesco Schettino è l’imputato del maxi-processo sul naufragio della Costa Concordia al suo epilogo giudiziario e che domani prevede una maxi-udienza in Cassazione.

Concordia, domani maxi udienza in Cassazione per Schettino

Concordia, ultimo atto: dopo la tragedia colposa nella quale morirono 27 passeggeri in viaggio sulla nave da crociera della società di navigazione genovese e 5 membri dell’equipaggio in servizio in quella drammatica notte, il lungo dibattimento intestato alla ricerca della verità dei fatti che si susseguirono quella notte del 13 gennaio 2012 e delle responsabilità dei presenti, al timone della nave finita sugli scogli al largo dell‘Isola del Giglio, è alle ultime battute. Anche se la maxi- udienza di domani non sarà quella che imprimerà la parola fine al percorso processuale: dopo la costituzione delle parti civili che ancora non hanno raggiunto un accordo definitivo con la società navale Costa, il procedimento si aggiornerà ad un successivo incontro, fissato per ora in calendario per il 4 maggio. Quel giorno, però, coinciderà con lo sciopero delle camere penali, ed è dunque già quasi certo che la concomitanza degli eventi imporrà di far slittare ulteriormente l’epilogo tanto agognato e atteso.

Strada ancora tutta in salita per l’imputato

A ricorrere presso la Suprema Corte, oltre a Schettino e ai suoi legali a cui la condanna a 16 anni e un mese di reclusione stabilita in Corte d’Appello è risultata eccessiva, figura anche la Procura della Corte d’Appello di Firenze, che aveva chiesto 27 anni di carcere con le circostanze aggravanti per l’uomo per il comandante che, oltre che ritenuto responsabile della manovra letale, ha anche visto riconoscersi la colpa di aver abbandonato la nave a evacuazione della nave ancora drammaticamente in corso (e con il panico che dilagava a bordo e in acqua). E allora, come riportato tra gli altri anche dal sito dell’Ansa che all’evento giudiziario previsto per domani dedica un ampio servizio, sul capo di Schettino gravano le accuse di “omicidio colposo plurimo, lesioni plurime colpose, naufragio colposo, abbandono di nave, mancate comunicazioni alle autorità marittime”. Ma a somme tirate e previsioni condivise, la strada per il comandante napoletano è ancora tutta in salita: il verdetto su Schettino, infatti, ha fin qui trovato completamente d’accordo i giudici di primo e secondo grado. L’udienza della Corte d’Appello di Firenze del 31 maggio 2016, infatti, si è spostata di pochissimo – giusto per la pena accessoria – dalle conclusioni raggiunte dal Tribunale di Grosseto l’11 febbraio di un anno prima. E dunque, i 16 anni e un mese per Schettino sembrano davvero difficili da modificare radicalmente anche in questo terzo grado di giudizio, con buona pace dei volenterosi difensori dell’imputato, avvocati Donato Laino e Saverio Senese, e degli sforzi del Pg. Sul fronte aperto dei risarcimenti, infine, è ancora battaglia aperta: ma questa è tutta un’altra storia…

 

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