CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Siria, attaccato un ospedale. Per Msf sono state usate armi chimiche

Siria, attaccato un ospedale. Per Msf sono state usate armi chimiche

Esteri - di Redazione - 1 Aprile 2017 - AGGIORNATO 1 Aprile 2017 alle 13:41

Un ospedale supportato da Medici Senza Frontiere (MSF) in Siria settentrionale è stato colpito da un attacco aereo. È accaduto il 25 marzo scorso – fa sapere l’organizzazione umanitaria – l’ospedale di Latamneh nel governatorato di Hama è stato colpito da una bomba sganciata da un elicottero, che ha centrato l’entrata dell’edificio. Le informazioni raccolte dallo staff medico dell’ospedale sembrano suggerire che sono state utilizzate armi chimiche. Subito dopo l’impatto, pazienti e staff hanno riportato gravi problemi respiratori e irritazioni alle mucose, sintomi coerenti con l’utilizzo di sostanze chimiche durante l’attacco. Due persone sono morte, tra cui il dottor Darwish, il chirurgo ortopedico dell’ospedale. Tredici persone sono state trasferite per essere curate in altre strutture.

Siria, la denuncia di Medici senza Frontiere  

«La perdita del dottor Darwish lascia solo due chirurghi ortopedici per una popolazione di circa 120.000 persone», dichiara Massimiliano Rebaudengo, capo missione di MSF in Siria settentrionale. Dopo l’attacco, l’ospedale è rimasto chiuso per tre giorni, poi il pronto
soccorso è stato riaperto. L’ospedale di Latamneh è situato a pochi chilometri dalla linea del fronte tra le forze governative e quelle dell’opposizione, e fornisce cure mediche a una popolazione di circa ottomila persone. Prima degli attacchi, l’ospedale aveva un pronto
soccorso e un reparto degenza, e forniva servizi di chirurgia generale e ortopedica. «Anche se è vietato dal diritto internazionale umanitario, bombardare gli ospedali resta una pratica comune in Siria e l’azione medica è gravemente compromessa da questi ripetuti attacchi», denuncia Rebaudengo. 

«I combattimenti aumentano su diversi fronti»

Nonostante i nuovi colloqui di pace tra le parti in conflitto, avviati a gennaio – si legge in una nota di Msf – i combattimenti stanno aumentando su diversi fronti. Nel governatorato settentrionale di Hama, 40mila persone recentemente sono state costrette a lasciare le proprie case a causa dei combattimenti. Nell’ultimo anno, Msf ha ricevuto resoconti di almeno 71 attacchi contro almeno 32 diverse strutture sanitarie gestite o supportate dall’organizzazione in Siria. Anche il 22 febbraio scorso una struttura sanitaria supportata da Msf nel governatorato di Idlib è stata colpita da missili; sei persone sono morte, 33 sono rimaste ferite. Msf gestisce direttamente quattro strutture sanitarie in Siria settentrionale e fornisce supporto a più di 150 strutture sanitarie in tutto il Paese.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

1 Aprile 2017 - AGGIORNATO 1 Aprile 2017 alle 13:41