Amsterdam, le prostitute manager del sesso: al via il bordello “autogestito”
Una notizia nell’aria da tempo che conferma quanto già ampiamente noto a tutti: in fatto di libertà non convenzionali e di avanguardia sessuale, l’Olanda in Europa non è seconda a nessuno. E così, dopo la sfilata di “donne in vendita” in vetrina, ha da poco aperto i battenti ad Amsterdam il primo bordello gestito dalle stesse prostitute. Un tentativo di migliorare le condizioni di lavoro – e i lauti guadagni, perché no? – delle operatrici del sesso; un modo per renderle autonome da eventuali “sponsorizzatori” a percentuale, riuscendo così a togliere dalle grinfie criminali possibilità d’interazione, controllo e speculazione su un mercato che da tempo immemore lucra sulla prostituzione femminile senza scrupoli.
Apre ad Amsterdam il primo bordello gestito dalle stesse prostitute
E allora, 14 finestre che si dipanano su ben 4 edifici nel quartiere a luci rosse della città, rappresenta il nuovo punto di ritrovo per gli estimatori del sesso a pagamento, interamente gestito dalla fondazione My Red Light che rappresenta il primo, effettivo «collettivo di prostitute olandesi». Tra i primi a rilanciare la notizia c’è stato il Guardian che, interpellata proprio una delle fautrici del progetto, qualche giorno fa scriveva: «Tutto in questo progetto, dalle statue alla decorazione delle stanze, è stato pensato da noi, la speranza è che possa offrire un luogo di lavoro piacevole, dove possiamo essere e sentirci le benvenute». dunque, datrici di lavoro di loro stesse o, come detto in apertura, operatrici del sesso autonome, libere professioniste dell’intrattenumento a pagamento: possiamo chiamarle come vogliamo ma queste prostitute olandesi continuano a dimostrarsi all’avanguardia in materia di imprenditoria applicata al sesso.
Nasce il primo collettivo di prostitute manager
Essere e sentirsi le benvenute: questa la chiave di volta dell’0operazione bordello autogestito dalle prostitute che evoca immaginari retrò di vecchie case chiuse in cui le maitresse gestivano flusso di clineti e incassi: in questo caso, però, tutto sembra essere equamente spartito tra le sostenitrici del progetto. Non a caso, allora, come riporta un recente servizio dell’Agi, nel bordello «è stato ricavato uno salotto esclusivo per le prostitute, dove i clienti non possono entrare, per riposarsi e interagire. Inoltre, le stanze sono più grandi e colorate rispetto a luoghi simili nel quartiere, e si sta pensando di organizzare per le ragazze corsi di massaggi ma anche di gestione contabile». Libere e indipendenti, dall’accoglienza alla fatturazione, questo collettivo di prostitute olandesi si cimenta in un esperimento che, ne siamom certi, almeno per quanto riguarda la venezia del nord, non resterà a lungo isolato.
La “benedizione” del sindaco della città
Non per niente, sempre il Guardian a riguardo riporta quanto affermato da un’altra manager del sesso: «Se funziona, avremo un nuovo modello di prostituzione. E poi siamo ansiose di vedere come reagiranno sul lungo periodo i residenti del quartiere e i proprietari delle altre finestre. Ci verranno incontro o si opporranno?». Per ora il collettvio ha ottenuto – e non era difficile ipotizzarlo – l’appoggio istituzionale del sindaco Eberhard van der Laan, che ha sostenuto con forza il progetto, da lui ribattezzato “il bordello municipale”. Ma questa, si sa, è un’altra storia…