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Il morbillo colpisce ancora: ecco perché il virus continua a preoccupare

Il morbillo colpisce ancora: ecco perché il virus continua a preoccupare

Cronaca - di Lara Rastellino - 5 Maggio 2017 alle 11:35

Morbillo, sorvegliato speciale. Dopo l’inattesa e preoccupante recrudescenza del virus registrata nelle ultime settimane (con picchi inquietanti nel mese di marzo), immunologi e media no distolgono l’attenzione dalla malattia che si credeva dimenticata e debellata e che, invece, si è prepotentemente affacciata di nuovo in questi ultimi tempi.

Morbillo, sorvegliato speciale: i dati di Ministero e Iss

Basti pensare, allora, che un report di sorveglianza, diramato dal  ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità elenca ben 385 nuovi casi rilevati ad aprile – di cui 29 solo nell’ultima settimana – indice di una progressione in calo rispetto al fatidico mese di marzo, quando i contagi riscontrati sono stati 818, ma comunque superiore di almeno 5 volte rispetto a quanto registrato nell’aprile dim un anno fa, quando i malati di morbillo furono appena 76. tirando le somme e raffrontando i casi, allora, il bollettino sul morbillo di Ministero e Iss parla di almeno 1920 casi di contagio dall’inizio dell’anno (quando nel 2016 se ne registrano 800 nel corso dei 12 mesi). Non solo, di questo insieme di contagi, sembra che almeno l’88% dei casi faccia riferimento a persone non vaccinate.

Morbillo, i numeri che alimentano l’allarme

Peraltro, se pensiamo che a questi numeri vanno aggiunti anche i 127  malati tra gli operatori samitari e il fatto che l’incidenza del morbillo non riguardi più solo la fascia infantile, ma anche moltissimi giovani sui 27 anni, si confermano preoccupazioni e allarmi intorno al virus che, stando al bollettino, ha infierito sul 34% dei malati con almeno una complicanza, sul 40% dei casi culminati nei ricoveri, e sul 15% dei contagi finiti al pronto soccorso. La regione più colpita? Il Lazio, seguita da Piemonte e Lombardia, pochi, invece, i casi evidenziati nel meridione. E su tutto ciò incide notevolmente, stando a quanto registrato dal bollettino, un netto calo sia delle vaccinazioni obbligatorie (anti-difterica, anti-polio, anti-tetanica, anti-epatite B), che di quelle consigliate e non effettuate. Un dato su cui si è molto argomentato (e speculato) in questi ultimi mesi, che ha costretto – per esempio l’Emilia Romagna – diverse regioni a vietare l’iscrizione all’asilo dei bambini non vaccinati. 

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5 Maggio 2017 alle 11:35