Legittima difesa, il tabaccaio che finì a processo: «Questa legge è insufficiente»
Suggerisce che la prospettiva andrebbe ribaltata e che tanto il legislatore quanto i magistrati non dovrebbero mai dimenticare chi «commette il reato, senza confonderlo con la vittima». Nel giorno in cui sono state approvate alla Camera, a commentare le nuove norme in materia di legittima difesa c’è anche Franco Birolo, il tabaccaio padovano di Civè di Correzzola che ha provato sulla propria pelle gli effetti di una legge che mette le vittime sul banco degli imputati.
La vicenda del tabaccaio padovano
Nell’aprile 2012 Birolo sparò e uccise un ladro, un moldavo di 23 anni, durante un furto. Per quella vicenda il tabaccaio finì a processo e in primo grado fu condannato a 2 anni e 8 mesi di carcere, oltre che a risarcire la famiglia della vittima con 325mila euro. La sentenza fu poi annullata nel processo d’appello, che ha riconosciuto l’assoluzione per legittima difesa, ma non ha potuto cancellare il calvario giudiziario subito dall’uomo. Per questo oggi Birolo dice che la nuova normativa, pur introducendo a suo avviso un qualche miglioramento, «non è sufficiente». «Per fermare certi malviventi occorre raddoppiare le pene e fargli pagare i danni», è stato il commento di Birolo, che ha riportato la prospettiva punitiva su chi commette il reato e non su chi lo subisce.
«Lo Stato si accanisce sulle vittime»
«Il provvedimento approvato oggi – ha sottolineato Birolo – toglie alcuni paletti e introduce cose positive, come il riferimento all’aggressione nelle ore notturne o il riconoscimento di un grave turbamento psichico, ma non toglie la discrezionalità del giudice che dovrebbe sempre usare il buon senso e ricordarsi chi commette il reato senza confonderlo con la vittima». Per Birolo, quindi, servirebbe una azione a monte: «Per scoraggiare questo tipo di reati vanno inasprite le pene e i criminali devono essere costretti a pagare di tasca propria». Lo Stato, invece, ha sottolineato il tabaccaio «si accanisce sulle vittime, su chi dorme tranquillamente a casa sua e si vede piombare addosso dei delinquenti». «Basta sconti di pena per i recidivi, basta riti abbreviati o indulti, lo Stato non può “premiare“ i delinquenti e punire la gente perbene», ha detto ancora Birolo.