Presidenziali francesi: tutto come previsto, vince Macron con Brigitte, ma…

9 Mag 2017 14:52 - di Carlo Ciccioli

I risultati del secondo turno delle presidenziali francesi questa volta hanno rispettato fedelmente le previsioni: il candidato di centrosinistra Macron, ex ministro del governo socialista di Hollande, ma con venature centriste, appoggiato dall’universo mondo (centristi, gollisti ufficiali, socialisti, intellettuali di sinistra, poteri finanziari e politici di Bruxelles, Germania e quant’altro), ha fatto il pieno con il 66% dei voti . Marine Le Pen ha fatto la grande operazione di allearsi con i neo-gollisti di “Debut la France” guidati da Nicolas Dupont-Aignan (5% dei voti ) e recuperare voti un po’ ovunque arrivando al 34% ,partendo in completo isolamento dalla soglia del 21,5%, ma portando il risultato un po’ sotto l’asticella del miracolo, che a mio parere sarebbe stata il 40%. Comunque non poco, un elettore francese su tre ha votato per la scelta “identitaria, patriottica, sovranista”, come la chiama la Le Pen. Oltre non si va, se non si sfonda al centro, perché a sinistra, nei quartieri operai e tra i lavoratori, Marine ha già sfondato. È il ceto medio borghese che è rimasto perplesso e impaurito, temendo una rottura troppo forte con l’establishement europeo guidato dalla Merkel, da Junker e dai poteri forti economici, bancari e finanziari e soprattutto ha perso nel cuore politico della Francia, Parigi dov’è arrivata solo al 10%. Se fosse stato per il resto della Francia, sarebbe stato un testa a testa. Bisogna interrogarsi sul perché la città più martoriata da terrorismo, criminalità e immigrazione, non abbia reagito: forse il sentimento della paura ha premiato proprio Macron. Su questo una riflessione va fatta perché la Destra politica europea deve riuscire a saldare il dialogo e l’alleanza con i movimenti di centro che guardano a destra, altrimenti coglie grandi risultati, ma non riesce a governare e quindi è sostanzialmente impotente. Il problema è con quali idee, con quali forze culturali e con quali blocchi sociali. Ma non con tutti. Il centrodestra vincente in Italia nel ’94, nel 2001 e nel 2008 ha sbagliato gravemente nella scelta del personale politico più che nel progetto politico o nelle alleanze. Sono stati gli uomini e i gruppi di potere, nonchè la scarsa moralità dei suoi quadri dirigenti, a fallire. Da qui alle elezioni politiche italiane prossime venture (che siano ad Ottobre 2017 o a primavera 2018) va data una risposta forte a tale questione, senza reazioni emotive o scelte di pancia.

Ma l’altro aspetto importante del risultato delle elezioni francesi è tutto interno al vincitore, Emanuel Macron. E mi riferisco a quella che è la prima mondiale assoluta di un caso politico. Il Presidente 39 enne, che sale al Palazzo presidenziale francese con la moglie-mamma-nonna 64 enne. Perchè di questo si tratta. All’età di 16 anni il giovane Emanuel abiurò la mamma naturale, medico, sembra che fosse molto rigida, poco affettiva e poco presente, come il padre Professore di Neurologia all’Università, e scelse la sua insegnante 41 enne, giovane e bella, sposata con tre figli e piena di fascino. La famiglia di Emanuel cercò di bloccare la storia, mandandolo a studiare a Parigi ad un Liceo d’elite, all’Università, e poi alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, (Ena) cioè il tempio della classe dirigente francese, ma lui si perse dietro a Brigitte e lei non fece niente per chiudere la relazione, abbandonando il marito e andando a vivere con lui fino a sposarsi nel 2007 ( a quel punto lui aveva 30 anni). In pratica Emanuel ha investito su una “mamma idealizzata” che lo ha svezzato, fatto crescere e costruito pezzo per pezzo: Ispettore delle Finanze, Funzionario presso la Banca d’affari Rothschild, Componente di Commissioni Ministeriali. Lei ha investito su un figlio idealizzato che doveva diventare perfetto, fino a conquistare a 39 anni l’Eliseo. Entrambi hanno svolto in maniera perfetta il compito e non si può dire che abbiano sbagliato un colpo. E’ una relazione edipica classica, al netto delle dichiarate a mezza voce tendenze omosessuali di Emanuel, che comunque sarebbero testimoniate, ma che vengono in questo modo sublimate. L’intesa di coppia è basata su un progetto di potere. È molto interessante sul caso l’intervista che l’attrice Lory Del Santo, anch’essa donna affascinante, riferisce a questa coppia, che sulle prime potrebbe essere semplicemente originale. La Del Santo (59 anni) vive da anni con un compagno 33 anni più giovane. Lei afferma che il giornalista Adinolfi, che ha criticato il matrimonio tra Macron e Brigitte perché non possono avere figli, ha detto una stupidaggine. «I figli le fanno le donne. Lei ha già tre figli e sette nipoti. Lui che bisogno ha di figli adesso? Per tramandare? … Lui ha bisogno di una donna che lo assista, che gli stia vicino, che gli dia consigli, che sia sua complice. E lei è perfetta. Il problema non è con chi si fa sesso, ma con chi si condivide la giornata». Arguta e lungimirante. Le cose stanno esattamente così, ma i problemi arriveranno ora. È vero che lui ha detto che Brigitte avrà un posto in prima fila nella Presidenza. Ma il Presidente non potrà girare sempre con la “mamma”. Avrà le riunioni con i Capi di Stato e lì non potrà portarla, avrà i Consigli dei Ministri e lì non potrà farla partecipare, avrà i vertici con i Generali della Nato o dell’Alleanza Atlantica e lì non potrà farla comparire, avrà gli incontri all’Onu, i vertici europei e i vari G7, G8 e G20 e lì come se la caverà senza moglie-mamma presente? Aspetterà nelle anticamere? Se se la porta dietro diventerà la burletta del mondo, se invece andrà da solo si scompenserà e non reggerà la tensione fino a oggi condivisa e sempre supportata da lei. Con molta ingenuità, e direi anche con molto affetto riconoscente, lui ha dichiarato pubblicamente, davanti ai suoi sostenitori e alle televisioni di tutto il mondo, che la vittoria elettorale è stata soprattutto merito di Brigitte Trogneux. Lui è stato lo strumento, ma lei la mente ed il regista. Ora deve recitare in proprio. Ce la farà? E’ pronto al cosiddetto “svincolo”, cioè il momento psicologico in cui i figli si emancipano dai genitori? Perchè la sua evidentemente è stata un’adolescenza lunghissima, partita a 16 anni e arrivata a 39 anni. Sarà all’altezza della parte che gli è stata assegnata? Sicuramente c’è del suo perchè è stato un ottimo studente, una carriera portentosa come economista, anche se si è laureato in filosofia, salvo poi frequentare master e corsi di economia e finanza, è stato nei Club bancari più esclusivi, è stato consigliere economico di Hollande, che poi l’ha voluto come suo Ministro tecnico, ma in seconda fila si lavora meglio. I protagonisti inciampano velocemente, per fare qualche caso, Renzi e Sarkozy. Poi un Presidente è attaccato da mille personaggi che si accosteranno, uomini e donne per i motivi più diversi e per le forzature più pericolose. Riuscirà Brigitte a schermarli tutti? L’intesa è di ferro, ma le pressioni saranno immense, cominciando da quelle psicologiche e lì Emanuel appare abbastanza fragile. Come sempre in politica può accadere di tutto. Mi aspetto qualche grande sorpresa, difficile capire di che tipo. A meno che Emanuel faccia atto di sottomissione totale, ma anche in questo caso, con il tempo, la cosa potrebbe non funzionare. Una bella fiction da seguire con grande interesse ed attenzione. Alla prossima puntata.

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