Strage di Bologna, chiesto il rinvio a giudizio per l’ex Nar Cavallini

3 Mag 2017 12:30 - di Massimiliano Mazzanti

La Procura della Repubblica di Bologna ha chiesto il rinvio a giudizio per il reato di strage, in relazione all’attentato del 2 agosto 1980, di Gilberto Cavallini. Decisione scontata e, in un certo senso, inevitabile, data la scelta del difensore dell’ex-Nar, l’avvocato Mattia Finarelli, di non replicare all’esposto presentato dal presidente dell’Associazione familiari vittime del 2 agosto 1980 e di non far sostenere in questa fase alcun interrogatorio al suo assistito. La speranza, naturalmente, è quella che sia il “gip”, nell’udienza preliminare, dove chiaramente Cavallini non chiederà certo il giudizio abbreviato, a pronunciare una sentenza di proscioglimento. Anche questa eventualità, però, è tutt’altro che scontata, visto il carico di responsabilità che si dovrebbe addossare il giudice. Anche se, come ribadito dall’avvocato Finarelli nella brevissima memoria consegnata nei giorni scorsi, nelle carte prodotte dall’accusa non solo non c’è nulla, ma proprio nulla di nuovo rispetto a quanto nelle aule del Tribunale di Bologna è stato prodotto sulla strage dal 1984 a oggi; ma, forse, si cade perfettamente nel così detto “bis in idem”, essendo già stato giudicato, il Cavallini, per banda armata e proprio per il rapporto di reciproco favoreggiamento con Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Gilberto Cavallini. Una lettura serena degli atti dovrebbe necessariamente portare alla conclusione che questo nuovo processo “non s’ha da fare”.

D’altra parte, però, chi sarà chiamato a decidere sul destino processuale di Cavallini, nelle prossime settimane, dovrà leggersi un “fascicolo” di oltre 20 faldoni, per un totale di 20 mila pagine e più di interrogatori, atti investigativi e verbali d’udienza messe insieme negli svariati processi che, in oltre trent’anni, sono stati celebrati per giungere a conclusioni contraddittorie e comunque contestate da un variegato panorama di politici e intellettuali. Insomma, più che un processo, quello che potrebbe aprirsi per Cavallini, già dalle prime battute, assomiglia di più a un’impresa titanica. Per altro, anche sotto il profilo della tempistica, il procedimento in atto inizia a somigliare a un’epopea, dal momento che, secondo indiscrezioni, l’udienza preliminare – in cui si deciderà di prosciogliere Cavallini o di andare in Corte d’appello – potrebbe essere fissata non prima della fine della prossima estate.

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