Strage di Bologna, tre udienze per Cavallini: un teorema a cui pochi credono
Saranno tre le udienze necessarie a decidere la sorte processuale di Gilberto Cavallini, l’ex-terrorista dei Nar che l’Associazione familiari delle vittime del 2 agosto vorrebbe veder processato come co-autore della strage di Bologna. Tre udienze che si terranno nel prossimo autunno, a partire dal 20 settembre (le altre due date già fissate sono quelle del 27 e del successivo 6 ottobre), davanti al giudice per l’udienza preliminare Alberto Ziroldi. Come più volte rilevato dalla difesa e in sede giornalistica, veramente ben poco e niente di nuovo è stato prodotto a carico di Gilberto Cavallini, rispetto a quanto già emerso nei precedenti 37 anni di inchieste e procedimenti, al termine dei quali l’imputato fu riconosciuto responsabile solo del reato associativo e sciolto da ogni personale responsabilità circa il tremendo attentato. Inoltre, le pretese “nuove letture” delle carte da parte dell’Associazione sono già state sostanzialmente smentite dalla stessa Procura di Bologna. Sono stati gli stessi pm che discuteranno il “caso Cavallini”, infatti, a valutare come inconsistenti o quasi le linee fondamentali del nuovo impianto accusatorio, nel procedimento principale (e collegato) a carico dei presunti mandanti della strage. Dunque, se non si troverà il coraggio di prosciogliere Cavallini da questa imputazione francamente abnorme, il 2018 giudiziario inizierà con l’ennesimo processo per la Strage alla stazione di Bologna, nel tentativo di puntellare definitivamente un teorema – in base al quale sono già stati condannati in terzo grado Francesca Mambro, Giusva Fioravanti e Luigi Ciavardini – a cui pochi ormai credono veramente.