
Fallimento Raggi un anno dopo: due delibere su tre per occupare poltrone
Home livello 2 - di Guido Liberati - 18 Giugno 2017 - AGGIORNATO 19 Giugno 2017 alle 12:18
Virginia Raggi è sindaco di Roma esattamente da un anno. E il bilancio, numeri alla mano, è disastroso. Due terzi dei provvedimenti comunali sono stati dedicati alla spartizione delle poltrone da parte dei pentastellati, più voraci dei politici della prima Repubblica, con il “valore aggiunto” della assoluta incapacità. A questo si aggiunga l’inerzia totale su mobilità, rifiuti e manutenzione stradale. Tutti dati che i cittadini romani ogni giorno sperimentano sulla propria pelle. La certificazione del fallimento è stata riportata dal quotidiano La Stampa, che ha passato alla lente di ingrandimento quello che la Raggi ha fatto da quando è arrivata in Campidoglio. In una parola: il nulla.
Le nomine della Raggi
Su 227 atti, ben 149 – due terzi – hanno avuto a che fare con le poltrone: nomine, revoche o deleghe assegnate ad assessori e dirigenti. La giunta Raggi ha messo a contratto 102 collaboratori esterni, dodici in più di quelli nominati da Ignazio Marino, quindici in più di Gianni Alemanno.
Quanti collaboratori hanno nominato i sindaci:
Virginia Raggi: 102
Ignazio Marino: 90
Gianni Alemanno: 87
Le delibere della Giunta Raggi
Su 258 delibere, 75 – più di un terzo – riguardano l’assunzione di personale esterno. Ma dopo un anno la sindaca pentastellata ancora non è stata in grado di nominare: un nuovo capo di gabinetto, un assessore ai Lavori pubblici e un assessore ai Servizi sociali. A questa inerzia va aggiunto il repentino cambiamento, in appena un anno: del vicesindaco, dell’assessore all’Ambiente, dell’assessore all’Urbanistica, di ben due assessori al Bilancio, dell’amministratore delegato dell’Ama (rifiuti), quattro volte, e del direttore generale, due volte. Un disastro senza precedenti nella storia del Campidoglio.
La giunta Raggi e il disastro rifiuti
Lo smaltimento dei rifiuti a Roma è un altro capitolo drammatico. Ecco alcuni numeri: la raccolta differenziata è scesa al 42 per cento, un punto in meno di un anno fa. Il nuovo piano industriale ridurrà gli investimenti: invece dei 300 milioni previsti per la creazione di nuovi ecodistretti e l’acquisto di mezzi, ne resteranno solo 110 per i mezzi. In meno di due mesi tre incendi in impianti di trattamento dei rifiuti: Castelforte, Viterbo, Malagrotta. I due impianti dell’indifferenziata a Malagrotta non tratteranno più 1.250 tonnellate di immondizia al giorno, ma solo 800.
La giunta Raggi e le funivie
Tra i fiori all’occhiello della giunta capitolina, ci dovrebbe essere il via libera preliminare allo stadio della Roma. Ma i grillini non dicono che, con le modifiche volute dai pentastellati, lo stadio verrà finanziato (indirettamente) dal Comune di Roma e avrà un impatto urbanistico più pesante. A questo va aggiunta l’adozione di un nuovo regolamento sugli ambulanti che aggira l’obbligo di gara previsto dalla direttiva Bolkenstein. Altra cartina di tornasole. In un anno sono state approvate 179 delibere: solo due hanno riguardato l’urbanistica e i trasporti, appena una la culturae solo una la scuola (proposta dell’opposizione e che consente alle mamme di consegnare il latte materno negli asili nido). A questi si aggiungano le stravaganti iniziative per costruire alcune funivie alla periferia della città e il quadro è completo. Non è un caso che, dall’ultimo sondaggio, 7 romani su 10 abbiano bocciato la sindaca e la sua giunta fantasma. Un crollo di popolarità così netto, in appena un anno, è da record.