Giulio Torresi, l’asso della Rsi ucciso mentre difendeva la popolazione civile
Giulio Torresi, anconetano classe 1915, asso dell’aviazione italiana, incontrò il suo destino il 1° luglio del 1944 sopra l’aeroporto di Reggio Emilia, dal quale stava decollando per difendere i civili italiani dai bombardamenti terroristi degli anglo-americani. Mentre si stava levando in volo con altri cinque piloti della Aeronautica Nazionale Repubblicana della Repubblica Sociale, fu colpito da un’inaspettata incursione di trenta caccia Thunderbolt americani, e per loro fu la fine. Torresi nel corso della sua carriera aveva conquistato ben quattro Medaglie d’Argento e una Croce di Guerra, tutte prima della sua adesione alla Rsi. Dalla Germania dopo l’8 settembre 1943 ebbe una Croce di Ferro di II Classe. Di famiglia agiata Torresi, dopo gli studi, entrò nella Regia Aeronautica nel 1935 ottenendo dapprima il brevetto di pilota a bordo di un Caproni Ca.100 e poi quello di pilota militare su un Fiat C.R.20. Nel gennaio 1936 entrò in servizio come sottotenente. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale era di stanza a Tripoli-Castelbenito dove intanto era diventato tenente. Rischierato a Tobruk, Torresi si distinse nei combattimenti contro la Raf inglese, abbattendone quattro aerei e conquistando le sue due prime Medaglie d’Argento. Successivamente servì sul fronte greco e poi su quello russo, dove partecipò a ben 44 missioni abbattendo almeno 5 aerei sovietici e ottenendo la sua tera Medaglia d’Argento. Nel luglio 1942 rientrò in Italia dove fu equipaggiato con i Reggiane.Re 2001 Falco II, con i quali operò in Sardegna e Sicilia contro la flotta navale inglese. Trovò anche il tempo di sposarsi con Emilia Cavalli prima di ripartire per l’aeroporto di Capodichino da dove contribuì alla difesa di Napoli e ottenne la sua quarte Medaglia d’Argento al Valor militare. Nei mesi successivi, con i Reggiane.Re 2005 Sagittario contrastò efficemente i caccia bombardieri alleati, abbattendo diversi velivoli nemici. Fu promosso capitano per meriti di guerra. Dopo l’armistizio, come si è detto, senza esitazioni aderì all’appena costituita Anr e assegnato alla Squadriglia complementare d’allarme “Montefusco” (in seguito designata “Montefusco-Bonet” dopo la morte del comandante Bonet), dotata di Fiat G55 Centauro, della quale divenne comandante. Successivamente la squadriglia fu inquadrata nel 1º Gruppo Caccia “Asso di bastoni”, comandato da Luigi Borgogno e Adriano Visconti. Fino a quel 1° luglio 1944. Durante il suo servizio nella Anr Torresi abbatté quattro aerei alleati.