Migranti, è di nuovo invasione: esplode la rabbia, un sindaco barrica il paese

15 Lug 2017 15:53 - di Ginevra Sorrentino

Migranti, l’ultimo bollettino dell’invasione costante e ininterrotta registra l’arrivo alle 9.20 di questa mattina una nave militare britannica, approdata al porto di Bari con a bordo 644 migranti. Tra questi anche alcune donne incinte e molti bambini, anche di pochi mesi, oltre a un ferito da arma da fuoco. E ancora: poco distante, arrivati a bordo della nave della marina militare tedesca Fgs Rhein, sono sbarcati al porto di Corigliano Calabro (Cosenza) altri 927 i migranti.Tra questi, a quanto si apprende, circa 200 sono minori. I nuovi arrivati, come il rituale dell’accoglienza prevede, saranno poi trasferiti in varie regioni. E così, non stupisce che, dopo Portogruaro adesso al centro dell’agorà socio-politica sia finito il Messinese, dove – emblematico esempio di una situazione al colasso, di cui sopra – nel piccolo comune di Castell’Umberto divampa la protesta contro l’arrivo di migranti nella notte. In un post su Facebook ieri sera il sindaco del paese, Vincenzo Lionetto Civa, ha denunciato di non essere stato preavvisato. Poi, tra foto e post d’indignazione e insofferenza, annuncia: «Sono arrivati …..scortati da una cooperativa di Palermo».

Migranti, sindaco e residenti in rivolta per nuovi arrivi

Di più: «Avviso importante ed urgente. Con un atto unilaterale senza preavviso un minuto fa la prefettura di Messina mi ha semplicemente informato che trenta immigrati in nottata saranno trasferiti presso l’hotel Il Canguro», si legge ancora in un altro posto del primo cittadino, che poi aggiunge: «Non ritengo questo un atto di coinvolgimento istituzionale corretto per gli ovvi motivi di ricaduta sulla nostra comunità. La gestione è stata data ad una cooperativa di Palermo. Mi sto recando immediatamente sul luogo dove,  indossando la fascia tricolore, bloccherò l’ingresso con la mia autovettura della struttura alberghiera, e li rimarrò». Una presa di posizione netta, fisicamente oppositiva in reazione a una politica dell’accoglienza eretta veementemente a sistema a dispetto di difficoltà ormai cronicizzate, e non da ieri.

Virale sul web #perché non aiutate anche noi a casa nostra?

Alle proteste del sindaco si sono immediatamente unite quelle dei residenti, che hanno passato la notte fuori dall’hotel dove dovrebbero essere ospitati i migranti, e sono andate avanti finora. «In una struttura dichiarata da mesi inagibile, senza luce, con acqua fornita dal Comune di Castell’Umberto con morosità dal 2012 (regolarmente attivati da tempo tutti i procedimenti amministrativi di recupero) hanno provato a far entrare un gruppo elettrogeno….i cittadini hanno bloccato le vie di accesso….garantiti ingresso mezzi di pronto intervento», scrive oggi il primo cittadino che in un post che, insieme agli altri, garantisce la cronaca in diretta, minuto per minuto, degli abusi di Stato. Abusi inflitti a piccole amministrazioni come a grandi città, perpetrati a danno dei locali in nome di una cultura dell’accoglienza che ormai fa acqua da tutte le parti. Non stupisce allora che, da qualche giorno a  questa parte, accanto all’hashtag #aiutiamoli a casa loro, compare sempre più insistentemente quello: #perché non aiutate anche noi a casa nostra?

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