Torino, detenuto tunisino evade: era in permesso premio per “fare shopping”
Due detenuti non hanno fatto rientro nel carcere minorile Ferrante Aporti di Torino dopo aver fruito di permessi premio. Si tratta di due giovani adulti, ovvero già maggiorenni. A ricostruire i fatti è Donato Capece, segretario generale del Sappe. «Il primo un detenuto colombiano dopo un permesso premio di 8 ore non è rientrato al carcere -spiega Capece -. Il secondo detenuto, di B.M. di nazionalità tunisina fruiva di un permesso premio di quattro ore per acquisti di abbigliamento, accompagnato da una mediatrice culturale». Attualmente sono in corso le ricerche.
“Non è il primo detenuto aiutato dal buonismo dei giudici”
«Basta permessi premio facilitati – lamenta il segretario generale del sindacato di Polizia Penitenziaria Sappe -. Chiediamo una valutazione più scrupolosa affinché i beneficiari possano ripagare con maggiore fiducia le istituzioni». «La grave carenza di organico della Polizia Penitenziaria – continua – incide pesantemente anche sui controlli per accedere ai benefici». Secondo Capece ci vuole «meno buonismo e più risposte certe sulla efficacia e la certezza della pena». «La nostra proposta in merito è di dividere le carcere minorili tra i minori detenuti che devono fare un percorso trattamentale dai giovani adulti che rientrano già nel circuito penitenziario Adulti, quindi una selezione per evitare che i minori vadano a scuola di criminalità».