
Vitalizi, dal Senato “no” all’urgenza. M5S e Pd imbroglioni contro
Home livello 2 - di Michele Pezza - 1 Agosto 2017 - AGGIORNATO 2 Agosto 2017 alle 12:05
Si scrive vitalizi, si legge arma di distrazione di massa. In deficit di credibilità per le sempre più imbarazzanti performance amministrative di Virginia Raggi e della corte dei miracoli che la circonda in Campidoglio, il M5S scava ancora una volta la trincea dei vitalizi per arginare l’offensiva avversaria. L’occasione, questa volta, gliela fornisce il rifiuto dell’aula del Senato di votare la dichiarazione di urgenza per il disegno di legge a prima firma Richetti (Pd) sulle pensioni degli onorevoli, di recente approvato a larghissima maggioranza a Montecitorio. Che poi è esattamente quel che i grillini auspicavano per tornare a sventolare da soli il vessillo dell’anti-casta.
L’illusione di Renzi è durata poco
Renzi, che s’era illuso di poterlo fare assieme a loro, ora deve prendere che la sua strategia è già fallita. E, infatti, dai Cinquestelle è tutto un fuoco di bordate all’indirizzo dell’ex-premier. «Renzi deve ritirarsi a vita privata, come aveva già promesso di fare in caso di sconfitta al referendum», intima Simone Valente, capogruppo alla Camera, mentre la senatrice Paola Taverna, con linguaggio non proprio oxfordiano, incita i suoi su Facebook: «Vomito Pd. Hanno fatto tutto lo schifo del mondo ma ora sull’abolizione dei vitalizi ci devono pensare bene. Per fregare gli italiani con le banche quanto ci avete pensato? Li dovete guardare bene e ricordarli uno per uno».
Grillo: «Faremo i nomi di chi salverà i vitalizi»
Ma è Beppe Grillo in persona a trarre la conclusione politica di quello che sul suo blog definisce il «clamorosa voltafaccia» di Renzi al Senato. Pd, Forza Italia e Mdp, scrive l’ex-comico, hanno già pronto «il trucco per affossare la legge: rallentare la discussione che avverrà così solo in autunno e poi approvare modifiche per farla nuovamente tornare alla Camera, quando non ci sarà più il tempo di approvarla e potranno tenersi i vitalizi». Quindi la minaccia: «Non la passeranno liscia. Faremo nomi e cognomi di chi saboterà il provvedimento e salvare i vitalizi perchè gli italiani devono sapere con chi hanno a che fare». Al linguaggio truculento del M5S, il Pd oppone la pacata di Luigi Zanda: «I senatori del Pd – spiega il capogruppo dei renziani – hanno un’unica richiesta da fare su questo provvedimento: che venga esaminato con serietà, con scrupolo e senza demagogia». Chissà se Renzi è d’accordo.