Assange può smontare il Russiagate, ma da Trump vuole l’immunità
L’immunità di Julian Assange in cambio delle prove che smonterebbero una delle pietre angolari del Russiagate: la divulgazione delle email di Hillary Clinton durante la campagna elettorale per le presidenziali. È la proposta che la deputata repubblicana, Dana Rohrabacher, considerata vicina alla Russia, avrebbe avanzato alla Casa Bianca dopo aver incontrato il fondatore di Wikileaks.
La proposta di scambio con Assange
La notizia è stata riportata dal Wall street journal, che ha precisato che il presidente Donald Trump non sarebbe stato messo al corrente dei particolari del piano. Rohrabacher ne avrebbe invece parlato con il capo dello staff di Trump, John Kelly, che le avrebbe suggerito di rivolgersi ai servizi di intelligence. Tra i due sarebbe intercorsa una telefonata mercoledì. L’esponente repubblicana aveva incontrato Assange nei mesi scorsi, all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra dove è rifugiato. Assange rischia l’estradizione e il processo negli Usa per aver divulgato documenti riservati.
La Casa Bianca conferma i contatti
Perché l’accordo possa formalizzarsi Assange dovrebbe fornire le prove che dimostrerebbero che non è stata Mosca la fonte delle mail del comitato di Hillary Clinton pubblicate da Wikileaks durante la campagna elettorale. Si parla di un drive di computer o altri strumenti per l’archiviazione dati che scagionerebbero Mosca. «Senza la consegna di queste prove ovviamente non otterrebbe nulla», avrebbe detto la deputata, che pur senza entrare nei dettagli, ha confermato al Wsj l’esistenza della proposta. La stessa Casa Bianca, attraverso una fonte ufficiale, ha a sua volta confermato la vicenda, spiegando però di aver richiesto quel rinvio all’intelligence.