Boxe, è morto Jake LaMotta. Il “Toro Scatenato” che non ebbe mai paura
Jake LaMotta se n’è andato. Il mitico Toro scatenato è morto all’età di 96anni per complicazioni da polmonite in una casa di cura dove era ricoverato. Non fu certo il pugile più forte né il più bravo e neppure il più elegante. Ma fu sicuramente, a detta di tutti gli appassionati di quella che un tempo si chiamò la Nobile Arte, il pugile più coraggioso. LaMotta era nato a New York il 10 luglio 1921. Il padre era originario di Messina, la madre era ebrea. Jake (in realtà Jacob) fu, da subito, un ragazzaccio inquieto, uno dei tanti ragazzi di strada della New York più violenta. Sempre pronto a menare le mani, ebbe nella boxe la possibilità di esprimere il suo talento. E non sbagliò. Non era molto alto (1,73), ma sul ring LaMotta diventava una vera furia. Debuttò a soli 19 anni. E pur non essendo potente, mise in luce da subito un’aggressività elevata. In pratica non dava respiro ai suoi avversari. La svolta per la sua carriera, il passaggio da cronaca a Storia, fu il doppio confronto con Ray Sugar Robinson: Nel primo, il 22 ottobre del 1942 a New York, fu sconfitto, nel secondo, il 5 febbraio dell’anno dopo a Detroit, vinse, sempre ai punti, dopo aver spedito Robinson – che non era mai stato battuto fino ad allora – ko all’ottava ripresa. Poi vennero i quattro duelli con il croato Fritzie Zivic, fra il 1943 e il 1944, ricordati come i match più scorretti della storia della boxe. Ma non solo di scorrettezze e colpi bassi si disse. Sull’italoamericano, infatti, aleggiò sempre l’ipotesi di combine. Il primo avversario che il neocampione LaMotta campione trovò sulla sua strada il 12 luglio ’50 fu il nostro Tiberio Mitri: un altro noto per le sue sregolatezze sul ring e soprattutto fuori. In un Madison Square Garden pieno all’inverosimile il match tra i due fu però a senso unico. LaMotta vinse largamente ai punti e Mitri si rifugiò tra belle donne e alcol. Per tutti quelli che non l’hanno visto all’opera sul ring il volto di Jake LaMotta sarà associato per sempre a quello di un fenomenale Robert De Niro che nel 1980, diretto da Martin Scorsese, ne interpretò la vita in “Toro Scatenato”. Film che a De Niro fruttò l’Oscar e a LaMotta l’immortalità cinematografica.