Patrioti del territorio, Biondi ad Atreju: «Io, sindaco con il megafono»
Applausi e qualche sguardo lucido. La mattina di sabato al villaggio di Atreju, dopo la testimonianza del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, è il primo cittadino dell’Aquila a sedurre la platea.
Umile, testardo, come ogni abbruzzese doc, Pierluigi Biondi racconta del miracolo della militanza che, passo dopo passo, può arrivare a “sedere” nella “stanza dei bottoni” senza smarrire stella polare e purezza. Senza farsi corrompere l’anima. Per ora la sfida dell’anello del potere è vinta, dice Biondi.
Biondi: la militanza è l’unica stella
“È la militanza che insegna la strada, la nostra campagna elettorale per la guida della città dopo anni di governo progressista – dice Biondi, un passato nel Msi e in An, oggi esponente di spicco di Fratelli d’Italia – è stata un’esperienza unica. Pazzesca, inebriante. Avevamo tutti contro, ma non abbia mollato di un millimetro. Tutti contro: costruttori, banchieri, sinistra radical chic, tuttologi della ricostruzione…”. E la testardaggine aquilana dell’ex dirigente del Fronte della Gioventù ha avuto la meglio. “Quando mi sono insediato da sindaco al palazzo del municipio ho portato con me la foto di mia moglie e mia figlia, la sciarpa del Torino e il megafono della campagna elettorale…”.
La ricostruzione oltre il dolore
“Non è un caso – aggiunge il primo cittadino dell’Aquila – che il sindaco porti la fascia tricolore dei patrioti. Spero di indossarla sempre con dignità in onore dei miei concittadini e dell’Italia. Se non fosse tragico e doloroso – prosegue Biondi davanti alla platea di Atreju 2017 – farei vivere a ogni cittadino, a ogni uomo delle istituzioni, l’esperienza che Sergio Pirozzi ha vissuto dopo di me, io nel 2009, di quando ti svegli una mattina e senti nel naso e sulle labbra il sapore della polvere e la puzza del gas, quando devi riconoscere amici, parenti cittadini prima che arrivi il medico legale perché non c’è tempo da perdere…”.
Niente sconti per chi ha tradito
“Per anni nella mia città abbiamo avuto tutti contro, dai tecnici ai costruttori, visto che alla fine si spenderanno circa6/7 miliardi di euro per la ricostruzione privata. Ma alla fine abbiamo vinto su tutto sconfiggendo anche una parte del centrodestra che pensava che la tavola fosse già imbandita a sinistra e si potesse cominciare a mangiare”. A questa gente – ribadisce guardando Giorgia Meloni – non dobbiamo fare sconti. Noi, front office dei cittadini, patrioti del territorio, dobbiamo essere scuola di formazione ed esempio. Dalle nostre file deve emergere una nuova classe dirigente, ci dobbiamo provare e ci dobbiamo riuscire. Dobbiamo scansare l’egemonia ideologica della sinistra che ancora vive di rendita e ridare libertà, ottimismo e spensieratezza ai nostri cittadini alla nostra nazione”.