Santangelo racconta “GeRussia, l’orizzonte infranto della geopolitica europea”
Nel suo ultimo libro, Salvatore Santangelo, docente di Geografia delle lingue presso l’università di Tor Vergata e giornalista, ripercorre le burrascose vicende che negli ultimi tre secoli hanno contrapposto e (a volte) legato Germania e Russia. GeRussia, L’orizzonte infranto della geopolitica europea (Castelvecchi) nasce come progetto di ricerca, portato avanti durante un dottorato in Storia dell’Europa nel quale Santangelo si concentra sul rapporto tra le due nazioni analizzandolo dal punto di vista economico, politico e storico.
Che cos’è GeRussia e come è stato coniato coniato questo termine?
GeRussia è un neologismo che nasce nel Centro studi della Duma – il parlamento russo – all’inizio degli anni Novanta, quando l’URSS si stava dissolvendo e una parte della classe dirigente russa si interrogava su quali potessero e dovessero essere le nuove traiettorie strategiche del Paese; la crisi sistemica rilancia il tema della relazione privilegiata tra queste due grandi nazioni, da qui la crasi tra Germania e Russia.
Approfondendo, però, il tema storico dei rapporti tra queste due potenze, come cambiano dopo la Seconda Guerra Mondiale, passando per la “Guerra fredda” e quindi per la caduta del Muro di Berlino?
È complesso sintetizzare questo percorso. Quello che, però, emerge è che nonostante le tragedie del ‘900 esistono delle relazioni strettissime. Pensiamo solo al tema dell’integrazione energetica. Oggi GeRussia è plasticamente rappresentata da Nord Stream, la grande infrastruttura energetica pensata per superare tutti quei Paesi che potrebbero frapporsi a questa alleanza strategica. In questo percorso hanno certamente un ruolo importante le relazioni personali tra i diversi leader. Pensiamo per esempio a quello tra Kohl e Gorbaciov. Il primo è stato sempre consapevole che la riunificazione tedesca è stata possibile solo con il bene placido della Russia. In questo senso il punto più alto del rapporto tra questi due Paesi lo abbiamo visto con l’amicizia tra Putin e Schröder.
Torniamo a parlare del tema energetico, sempre di forte attualità, viste anche le nuove sanzioni che Trump vorrebbe imporre alla Russia e che toccherebbero pure diverse imprese tedesche.
Si tratta di un tema di grandissima attualità perché in questi mesi si sta discutendo proprio del raddoppio di Nord Stream. Sono state già stanziate ingenti somme – quasi mezzo miliardo di euro – per avviare la realizzazione di quest’opera. Proprio qui si misura la distanza tra le due traiettorie strategiche, da un lato quella americana di contenimento e di ridimensionamento delle ambizioni della Russia e dall’altro quella tedesca che punta a mantenere vivo (e anzi a rafforzare) questo canale di approvvigionamento. Va sottolineato che la Germania ha un approccio molto spregiudicato. Se da una parte si fa portavoce delle sanzioni e del contrasto a Putin, dall’altra ha ben presente i propri interessi geo-economici ed energetici, a differenza dell’Italia che è uno dei Paesi più colpiti dalla rigida e pedissequa applicazione delle sanzioni.