131 anni fa usciva il libro Cuore, successo mondiale che la sinistra volle al macero
Il 15 ottobre del 1886 la milanese casa editrice Treves pubblicava il libro Cuore di Edmondo De Amicis, uno dei più famosi (e trascurati) titoli della letteratura italiana e mondiale per ragazzi. Lo scrittore si ispirò alla vita scolastica dei suoi figli, Ugo e Furio. In pochi mesi vi furono una quarantina edizioni del romanzo, poi tradotto in decine di lingue.
Il libro fu molto apprezzato dal pubblico e contribuì profondamente all’idealizzazione del Risorgimento italiano. Fu invece criticato dai cattolici per l’assenza totale di tradizioni religiose (i bambini di Cuore non festeggiano nemmeno il Natale): una polemica che testimonia lo scontro tra il Regno d’Italia e Papa Pio IX dopo la presa di Roma.
Il libro Cuore rivela pienamente le doti dello scrittore di Oneglia: una vena facile, limpida e continua e un modo di narrazione pacato, familiare, capace di sollecitare le emozioni del lettore anche indugiando sui tratti sentimentali e patetici dei personaggi.
Tutte caratteristiche che già erano presenti nei bozzetti raccolti ne La vita militare (1880) e nelle Novelle (1872). De Amicis è stato lo scrittore del grande pubblico poco attratto dai toni aulici e letterari di un Carducci o da quelli raffinati ed estetizzanti di un D’Annunzio.
Negli anni Sessanta del Novecento Cuore fu al centro della stroncatura di Umberto Eco, autore di un “Elogio di Franti“, in cui il romanzo deamicisiano “veniva individuato come turpe esempio di pedagogia piccolo borghese, classista, paternalistica e sadicamente umbertina”. Secondo Umberto Eco “De Amicis, che era socialista ed ebbe le lodi di Turati, scrisse un libro in cui tutte le tare del costume italiano prefascista (e spesso protofascista) venivano magnificate e proposte ad esempio ai giovinetti”.
Di recente, grazie ai dibattiti sul ritrovato tema del patriottismo e delle virtù civiche così deboli tra gli italiani, non sono mancate voci che hanno invitato alla rilettura e alla rivalutazione del libro Cuore. Lo scrittore Domenico Starnone, ad esempio, ha rilevato che è un peccato che quel libro non si legga più dalla metà degli anni Sessanta perché così ha deciso la cultura di sinistra. E’ arrivato il momento invece di far rileggere Cuore soprattutto a scuola perché i temi che vi si rintracciano “continuano ad essere i temi della prima adolescenza. E cioè: il legame di gruppo, il senso di lealtà, il coraggio e la paura. Cuore è molto giocato su questi temi. Come è bello sacrificarsi, morire per un ideale, battersi fino in fondo. Nessun ragazzo sa cos’è morire. E’ per lui il darsi completamente. Nei racconti mensili del libro “Cuore” ci sono noccioli interessanti. Vediamo “Naufragio” o “La piccola vedetta lombarda”. Sono titoli che fanno sorridere noi ma forse non loro, i ragazzi”.