Cesare Battisti, «glaciale, amorale e menefreghista»: parola di Alberto Torregiani
La smetta di essere patetico e affronti le sue responsabilità: quella che lui chiama morte, non è altro che giustizia. È questo il contro-coro unanime che accompagna il coro di mantra vittimistici improvvisati ormai da giorni da Cesare Battisti che, oltre il danno, la beffa verrebbe da dire, con l’estradizione dovrebbe semplicemente scontare la sua pena, che è l’ergastolo, e non vedersela pure ridotta a 30 anni. Ma tant’è: l’ex terrorista e militante dei pac continua a prendere in giro l’Italia e gli italiani, in special modo i familiari delle vittime che ancora piangono i loro morti, uccisi dal terrorista in fuga da sempre e attualmente alla periferia di San Paolo in Brasile. Uno sguardo freddo, glaciale, smorzato solo da quel sorriso improvvisato ad arte e a favore di telecamera per farsi riprendere mentre brinda con una pinta di birra alla ritrovata libertà. Quella libertà che fa rima con impunità, e di cui da anni Cesare Battisti gode a dispetto di tutti e di tutti, beffando tutto e tutti, ancora una volta.
Battisti come lo descrive Alberto Torregiani: glaciale e beffardo
La scarcerazione di Battisti ha rinnovato lo sberleffo e rinvigorito rabbia e indignazione per quanto fin qui garantito un condannato a più ergastoli in Italia e che, come ha opportunamente ricordato Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso nel 1979 durante una rapina da Cesare Battisti, ospite a “La Vita in Diretta” – il programma condotto su Rai1 da Francesca Fialdini e Marco Liorni – «non è un ex terrorista, è un terrorista, un criminale, non ha sentimenti». Una glacialità, la sua, che non si limita allo sguardo, ma palesata – come ha detto Alberto Torregiani – «anche solo guardando i suoi occhi, guardando quello sguardo: è beffardo, è menefreghista, è assolutamente contro ogni morale». Non solo: commentando la foto che ritrae l’ex terrorista in aeroporto, dopo la sua recente scarcerazione, mentre alza il calice di birra verso i fotografi, Torregiani ha aggiunto: «Sta dimostrando che non ha sentimenti e che di tutta questa storia lui se ne fotte, scusatemi il termine, sono un po’ più crudo ultimamente, ma a volte bisogna tirare fuori le parole corrette perché certi personaggi devono essere etichettati per quello che sono. Lui non è un ex terrorista, lui è un terrorista, è un criminale, ha due ergastoli ma si e fatto una vita accomodante, anche appoggiato da tanti amici di cui non sappiamo neanche i volti».
«È ora che paghi, che sconti la sua pena»
E sul finale Torregiani ha anche aggiunto: «È ora che paghi la sua pena». Certo, come ricordato dallo stesso figlio della vittima di battisti, «Oggi siamo un po’ più fiduciosi, abbiamo un presidente (brasiliano, ndr) più vicino alle nostre democrazie, si sono aperti dei canali e, proprio nel momento in cui si aprono le trattative, Battisti decide di andare a pesca in Bolivia… credo che sia una bella fuga, non un andare a pesca come ha dichiarato in questi giorni attraverso i giornali». Una fuga dalla proprie responsabilità e dagli obblighi di legge che rende Battisti un personaggio patetico. Di certo non un perseguitato…