«Era fascista prima di quanto si dice»: processo a Scalfari su Micromega

28 Ott 2017 10:03 - di Redazione

Paolo Flores d’Arcais su MicroMega, come si legge su Il Giornale, ha regolato i conti con il suo ex compagno filosofico di lotta e di governo, nonché suo direttore quando collaborava a Repubblica. Ha infatti pubblicato un breve testo dello studioso Dario Borso che nobilita ulteriormente il pedigree littorio di Scalfari. In sostanza, ecco la scoperta: il futuro Fondatore dell’Espresso e Repubblica iniziò il suo impegno giornalistico fascista ben prima di quanto si è finora creduto: non nella seconda metà del 1942, su Roma fascista. Ma – con maggiore coerenza mussoliniana e assoluta fedeltà alla «battaglia spirituale» del Duce – molti mesi prima, con una serie di articoli (che erano spariti, e ora ritrovati) su Gioventù italica e Conquiste d’Impero. L’articolo di Borso è integralmente leggibile sul sito online di Micromega.

«La verità viene prima della riconoscenza»

L’articolo del professor Dario Borso riporta gloriosi brani scalfariani dell’epoca fascista. Due, però, gli aspetti più interessanti della rivelazione di MicroMega. Primo: gli stralci delle lettere datate 1942 di Italo Calvino a Scalfari. Secondo: il breve corsivo che introduce il pezzo di Borso in cui Paolo Flores d’Arcais fa pelo e controbarba all’imperturbabile Scalfari (difficilmente risponderà): «A Eugenio sono debitore anche sul piano personale, per le occasioni che mi sono state offerte di collaborare alle sue testate, mi sento perciò legato a lui da affetto oltre che da riconoscenza. Ma nella vita democratica la verità storica è un bene più prezioso e irrinunciabile dell’affetto e della riconoscenza».

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