Esce “La Fiamma di Vicenza”: storia del Msi nella provincia berica
E’ uscito da pochi giorni, per l’Eclettica Edizioni, il libro La Fiamma di Vicenza – Storia del M.S.I. Nella provincia berica, scritto da Alberto Rauli e Stefania Scussolino (collana Secolo breve, 664 pagine, prezzo 25 euro). Dopo il 26 dicembre 1946, con la nascita a Roma, del Movimento Sociale Italiano, anche Vicenza risponde presto all’appello e, nel marzo del ’47, annuncia la costituzione della Federazione provinciale. Quando si pensa a Vicenza, politicamente la si associa a una realtà tranquilla, moderata. Perché scrivere un libro sul Msi locale allora? “Conoscevo alcuni ex attivisti del Msi vicentino e mi affascinava la loro scelta politica, scomoda. Trovavo insopportabile che la loro storia andasse dimenticata. Il dopoguerra nel vicentino, poi, di certo tranquillo non fu”, dice uno degli autori, Alberto Rauli. Se i nomi e i luoghi possono dire poco a chi vicentino non è, Via San Marco 43, Lugo di Vicenza, la Chiesa dell’Araceli, il Casermon, le storie vissute sono le stesse di generazioni di missini in tutta Italia: dalle raccolte alimentari per i fascisti in carcere nel dopoguerra, ai primi comizi che finivano puntualmente in rissa con gli avversari. Dalla vivacità dei suoi giovani, alle battaglie per Trieste italiana e per l’Alto Adige. Dalla violenza degli “anni di piombo” che condizionava anche la vita dei familiari, con gli stracci bagnati sotto le porte per evitare altre Primavalle, al sentirsi partecipi di una comunità che aveva come casa la Federazione, dove si andava in ogni momento libero della giornata. I maggiori esponenti del Msi vicentino si raccontano, o vengono ricordati, da familiari ed ex militanti: da Franco Franchi a Gabriele Collese, “il Federale” per antonomasia. Lo spazio maggiore, tuttavia, è riservato alle testimonianze di molti militanti comuni, alle loro storia, alle loro motivazioni, ai loro sogni. Senza di loro, infatti, la storia del Movimento Sociale Italiano non sarebbe stata possibile. A Vicenza, come nel resto d’Italia.