Renzi in ginocchio da Pisapia e Bersani: «Col Rosatellum dobbiamo unirci»

6 Ott 2017 20:01 - di Monica Pucci

Addio ufficiale alla vocazione maggioritaria. Nel decimo compleanno del Pd, Matteo Renzi rompe gli ormeggi con il Partito democratico degli esordi. «Il tempo del Pd è il futuro, non il passato», dice il segretario nella prima Direzione post vacanze che, votando all’unanimità la sua relazione, benedice il Rosatellum bis e avvia il count down per le urne. «Siamo al rush finale, il tempo delle elezioni si calcola in settimane e per questo ora è il tempo della responsabilità», premette il segretario con Paolo Gentiloni seduto al suo fianco al tavolo della presidenza. Renzi tratteggia un quadro europeo in cui la politica è in affanno ovunque: in Spagna e in Gran Bretagna, mentre la Germania “fino a Natale sarà senza governo”. Da qui l’appello del leader dem alla Direzione: «Serve una forza tranquilla, responsabilità e forza della politica». Una forza capace di «bloccare i populismi».

Renzi in ginocchio da Pisapia e Bersani

I primi due ‘pilastri’ della sua strategia, Renzi li costruisce rivolgendosi all’interno del Pd: «Chi alimenta polemiche con i compagni di partito sbaglia. Dobbiamo giocare tutti insieme, chi non gioca con la squadra fa fare gol agli avversari: non rinunciamo al confronto interno ma da qui a inserire Tafazzi nel nostro Pantheon ce ne passa». Un appello che coglie nel segno, perchè poco dopo Andrea Orlando si sovrappone al segretario: «Il Pd deve rivendicare la dimensione di forza tranquilla, ma anche accentuare un tratto di forza solidale». Ma è la legge elettorale il passaggio chiave della relazione di Renzi, quello che fa fischiare le orecchie a Pisapia, ai promotori dei vari progetti elettorali di cui si parla in questi giorni (la lista dei sindaci animata da Michele Emiliano o Forza Europa di Della Vedova e Calenda) fino ai vecchi compagni di strada: «Il Rosatellum è un passo in avanti oggettivo», è l’argomento del segretario. Perchè “chiama la creazione di una coalizione” e se “il Pd è il baricentro”, prosegue, “con il Rosatellum serve una coalizione più ampia”. Il leader dem mette il sigillo sulla sua linea: «I nostri avversari non sono quelli che se ne sono andati via da qui».

A parte una piccola punzecchiatura a Bersani e sulla Var, unico mezzo capace di rivelare i “cambi di idea di alcuni nostri amici” sulla legge elettorale, è il solo riferimento a Mdp. L’assist di Renzi, però, è colto al volo da Orlando che promuovendo il Rosatellum chiede di non lasciar cadere la palla: «Bisogna lanciare un appello a Mdp a battere un colpo». 

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