CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Il padre è un No Vax e la bimba rimane senza vaccino: la madre è disperata

Il padre è un No Vax e la bimba rimane senza vaccino: la madre è disperata

Cronaca - di Redazione - 18 Ottobre 2017 alle 17:56

La “Guerra dei Rose’s” per un vaccino. La storia: una mamma vuol far vaccinare la propria piccola  per poterla iscrivere al nido. Un papà fervente No-vax che non ne vuol sapere. Asl, carabinieri, assistenti sociali e scuola che se ne lavano le mani. E così tra chi vuol far applicare una legge dello Stato, quella sulle vaccinazioni obbligatorie e chi a questa si oppone, vince quest’ultimo. «La storia di ordinaria follia è tutta nella richiesta di aiuto inviata via mail all’associazione Luca Coscioni da Claudia (il nome è di fantasia), mamma della piccola di 13 mesi rimasta senza protezione da virus temibili, come polio, meningite o morbillo». la notizia è stata diffusa da la Stampa. 

Vaccinare è un obbligo di legge

«Ho la sventura di avere il papà fervente attivista No vax. Non vuole assolutamente vaccinare la nostra bambina, io invece vorrei», scrive la mamma. Che racconta di «mesi e mesi di tentativi e discussioni, seguiti da molti litigi». L’assurdo è che alla Asl i medici non hanno potuto fare nulla  perché senza il consenso informato dell’altro genitore non possono somministrare vaccini, che pure sono obbligatori per legge. «L’assistente sociale mi ha semplicemente detto che devo convincere il papà». Lei non demorde: «Mia figlia deve poter frequentare l’asilo». E così, dopo tanto girovagare a vuoto, ha chiesto il da farsi all’associazione Luca Coscioni, che le ha offerto assistenza legale gratuita.

Deciderà il Tribunale dei minori

«Il problema è reale perché la signora non può far vaccinare la bambina contro la volontà dell’altro genitore, poiché dovrebbe firmare un modulo di consenso informato e dichiarare che anche il papà è d’accordo. In questo caso un falso passibile di denuncia», spiega l’avvocato Filomena Gallo, che dell’associazione è presidente. Allora come se ne esce? «L’unica soluzione è quella di rivolgersi al Tribunale dei minori». 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

18 Ottobre 2017 alle 17:56