10 anni fa l’omicidio di Meredith. E per Sollecito una carriera costruita sulla sua ombra

1 Nov 2017 19:02 - di Prisca Righetti

Dieci anni fa l’omicidio di Meredith Kercher: oggi il tweet di Raffaele Sollecito  assolto solo in terzo grado dalle accuse di omicidio della studentessa inglese – che indigna i familiari della vittima. E, su tutto, una carriera costruita su ombre e sospetti…

Sollecito, 10 anni fa l’omicidio di Meredith Kercher

Sono passati 10 anni da quel maledetto 1 novembre in cui la povera Meredith è stata brutalmente assassinata. Dieci anni di indagini e processi, sentenze e smentite. Dieci anni e poi, mentre la famiglia della vittima, continuava a chiedersi chi e perché aveva infierito sulla povera Metz, gli indagati per quel delitto provavano a difendersi, venivano condannati e poi assolti, rilasciavano interviste in tv, diventavano prime firme dell’editoria. Insomma continuavano a vivere e ad accrescere una popolarità nata su un crimine, sul dolore, sul sospetto. Per tutto questo, oggi, nel giorno di un triste anniversario, mentre la sorella di Meredith, Stephanie Kercher, affida a una lettera aperta lo strazio e l’incredulità per quanto accaduto alla sorella e per tutti gli interrogativi investigativi e giudiziari rimasti senza una risposta, Raffaele Sollecito, assolto in Cassazione insieme all’altra imputata, Amanda Knox, affida a un tweet le sue riflessioni sul decennio. Un decennio senza Meredith.

Sollecito, 10 anni fa l’omicidio di Meredith Kercher

“Sono passati 10 anni, eppure niente sembra cambiato. A quest’ora ero felice e spensierato; ad una settimana dalla laurea… Progettavo di studiare game development in Irlanda, invece, dopo qualche giorno mi accusarono di un omicidio che neppure sognerei  mai”. A dieci anni dal delitto di Perugia e la morte, rimasta ancora senza un colpevole, di Meredith Kercher, Raffaele Sollecito – che di quell’omicidio venne accusato, e poi definitivamente assolto, insieme ad Amanda Knox – racconta in due brevi tweet sensazioni e ricordi del caso di cronaca nera che ha scosso la cittadina umbra e l’Italia intera nel 2007. Quando, prima di diventare una “star” alle prese con il lancio imprenditoriale della sua immagine e di progetti che, in questi 10 anni, lo hanno visto spaziare dalla pubblicazione di libri alla realizzazione di ambizioni informatiche, era un semplice studente invaghitosi dell’enigmatica compagna di studi americana, Amanda.

Una carriera e quel sospetto che il processo non ha chiarito

Un giovane uomo su cui sarebbe calata l’ombra del sospetto, mai diradata neppure dopo l’assoluzione, e in un angolo della quale ha potuto costruire una carriera ricca di possibilità e di riscontri. Un iter, quello di Sollecito, che ha visto il ragazzo promosso dai giudici e premiato dall’establishment regionale di sinistra come «giovane imprenditore», capace di ottenere nel 2015,  «quasi 100.000 euro di finanziamenti dalla Regione per un progetto di ingegneria informatica e l’apertura di un sito internet. Un iter che ha registrato l’evoluzione iperbolica di Sollecito da studente come tanti a protagonista al centro di un intricata vicenda di cronaca nera, da detenuto modello a scrittore alla sua seconda esperienza editoriale. Da imputato eccellente assolto dagli ermellini a imprenditore di successo. E un pensiero vola al sacrificio della povera Meredith che, suo malgrado, ha reso possibile tutto ciò…

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