Guccini amaro: “Leggere? È un vizio che non si attacca gli italiani…”
“Leggere? È un vizio che difficilmente si attacca agli italiani. La lettura è una tragedia, non un piacere, per tanti italiani”. Lo ha detto il cantautore e scrittore Francesco Guccini presentando il suo nuovo romanzo giallo Tempo di elfi (di cui è coautore lo scrittore Loriano Macchiavelli) a Firenze, a Villa La Loggia, sede della casa editrice Giunti. “Non so se smettere di fumare, come ho fatto di recente, sia stata una cosa buona – ha affermato con ironia Guccini – Certo è che non ho smesso il vizio di leggere e scrivere. Leggo ancora tanti libri e ogni giorno scrivo, come ho sempre fatto, anche con le canzoni. E bere? Neanche quello ho smesso. Continuo a bere vino e anche un po’ di superalcolici”. “Quando si va all’estero, si viaggia in treno, autobus o metropolitana, si vedono tante persone con un libro in mano, intente a leggere – ha raccontato il cantautore mito per generazioni di italiani – In Italia non è così: prendiamo una sala di aspetto di un oculista o di un dentista, dove ci sono pile di riviste che stanno lì solo a invecchiare, perché nessuno le legge. Si chiacchiera, si sta chini sul telefonino, al massimo si leggono i messaggini”. Francesco Guccini ha raccontato di aver accarezzato per lungo tempo, soprattutto da giovane, la fantascienza, ma che ora, da quasi vent’anni, ha scelto il giallo come genere narrativo preferito, pubblicando libri a quattro mani con Macchiavelli. “Come funziona la nostra collaborazione? Sono sempre io a scrivere il primo capitolo – ha spiegato Guccini – dopo aver deciso insieme chi è il morto e in attesa di decidere chi sarà il colpevole. Poi io passo il capitolo a Loriano e lui cambia tutto, o meglio, come lui ama dire, lo arricchisce. Poi io scrivo e lui riscrive, così fino alla fine”. Ora che ha deciso di non comporre più canzoni e ha smesso di fare concerti, il cantautore-scrittore si dedica a tempo pieno alla narrativa. “Scrivere è grosso modo l’unica cosa che faccio”, ha confessato.