Inefficace e non credibile la “blacklist” della Ue sui paradisi fiscali
Per essere efficace e credibile, la blacklist dei paradisi fiscali dell’Unione europea dovrebbe includere almeno 35 Paesi extra Ue, oltre che 4 Stati membri della stessa Ue come Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi e Malta (per tacere del Lichtensetein). È quanto sostiene Oxfam, la confederazione internazionale di organizzazioni non profit, nel suo ultimo rapporto “La lista nera sfumata di grigio”, secondo il quale i quattro paesi Ue rispettavano i requisiti per rientrare nel gruppo. Tuttavia la lista, la cui pubblicazione è attesa per la prossima settimana, potrebbe rivelarsi più debole a causa delle forti pressioni politiche interne ed esterne, che l’Unione ha lasciato prevalere, afferma un comunicato di Oxfam. “Se l’Ue vuole davvero porre fine a scandali fiscali come Paradise Papers, Panama Papers, e Luxleaks il primo passo non può che essere quello di produrre una lista nera robusta, oggettiva e coerente – ha affermato Aurore Chardonnet, policy advisor di Oxfam sui dossier di giustizia fiscale -. Si tratta di un’occasione imperdibile per neutralizzare l’impatto nocivo dei paradisi fiscali nei propri paesi e in quelli in via di sviluppo. L’alternativa è una lista nera solo nel nome, ma nei fatti piena di sfumature di grigio”.