Morto lo scrittore albanese Trebeshina: fu incarcerato da Hoxha
Lo scrittore albanese Kasem Trebeshina, il più noto intellettuale dissidente al tempo della dittatura comunista di Enver Hoxha in Albania, a lungo incarcerato per la sua aperta contestazione del realismo socialista, è morto ad Ankara all’età di 91 anni. Negli anni ’90, proprio quando le sue opere letterarie cominciavano ad essere pubblicate in Albania, dopo le censure subite all’epoca del regime comunista, Trebeshina aveva smesso di dichiararsi albanese e si era stabilito nella capitale turca, ad Ankara, dove vive la figlia, e proprio qui è morto lunedì scorso. Giovedì è stato sepolto in gran segreto, con una cerimonia riservata solo ai familiari, nel cimitero di Tirana. Trebeshina è autore di 42 commedie teatrali, 21 romanzi e 18 raccolte di poesie. Tra i suoi libri “La leggenda di quanto è trascorso” (1992) e testi teatrali come “Il tirannosauro”, scritto nel 1975 e rappresentato solo nel 1995. In Italia dall’editore Aracne nel 2007 è uscita la sua autobiografia “Allori secchi”, con in appendice il suo monito chiamato da lui “Promemoria”, fonte della sua “ribellione” anticomunista. Il 5 ottobre 1953 Trebeshina scrisse un “promemoria” a Enver Hoxha dove si dichiarava apertamente contro il realismo socialista e contro la linea del partito comunista albanese. Questo atto gli costò immediatamente il carcere, dove rimase due anni, fino al 1955. Da allora il dissenso al realismo socialista si espresse sia nell’opera narrativa che nella saggistica. Lo scrittore “ribelle” pagò la sua ostinazione con il carcere a più riprese (1962-65; 1980-88).