
Strage in Texas, il killer: un ex militare che sui social professava l’ossequio ai diritti civili (VIDEO)
Esteri - di Lara Rastellino - 6 Novembre 2017 alle 09:34
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Strage in Texas, il killer: un militare in congedo condannato per maltrattamenti in famiglia. Sui social professava ossequio ai diritti civili e patriottici. Per questo, di ora in ora, aumenta la portata di orrore e di assoluto sconcerto per quanto da lui compiuto ieri, quando il sangue di civili innocenti ha inondato la piccola chiesta battista di una pacifica comunità texana. E allora, più di tutti, proprio un tweet di Donald Trump, esprime il dolore e lo sgomento di un Paese intero, e dal Giappone, dove è in visita, il presidente torna a parlare sulla strage di Sutherland Springs in Texas. «Gli americani fanno quanto sappiamo fare meglio: ci riuniamo assieme, ci teniamo per mano. Ci stringiamo e attraverso le lacrime e la tristezza, rimaniamo forti…», ha scritto Trump questa mattina. Ieri sera, dopo che un uomo ha aperto il fuoco in una chiesa uccidendo 26 persone, Trump aveva twittato: «Possa Dio essere accanto alla gente di Sutherland Springs, Texas. L’Fbi e la polizia sono sul posto. Seguo la situazione dal Giappone».
Strage in Texas, il killer condannato per maltrattamenti in famiglia
E come sempre, nel day after, un’intera comunità, quella texana in questo casa, è sotto choc, incredula di fronte a una strage che ha colpito indiscriminatamente dagli anziani ai bambini, uccidendo una fedele 72enne come la figlia del religioso 14enne, fino alla vittima più piccola di questa mattanza maturata nell’odio: un bambino di soli 5 anni. E mentre si prova a contenere un dolore e uno sconcerto che crescono di ora in ora, di aggiornamento in aggiornamento, si apprende che Devin Kelley, l’uomo armato che ha ucciso 26 persone in una chiesa del Texas, era un militare congedato per cattiva condotta in seguito a maltrattamenti contro la moglie e il figlio. Non è chiaro se Kelley si sia poi suicidato o sia stato ucciso da due civili che lo hanno inseguito. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, il killer 26enne, vestito tutto di nero e con un giubbotto antiproiettile, ha cominciato a sparare con un fucile d’assalto davanti alla chiesa battista di Sutherland Springs uccidendo due persone sul sagrato. Poi ha ripreso a sparare sui fedeli all’interno della chiesa. E quando è uscito, un abitante del luogo ha aperto il fuoco contro di lui, costringendolo a fuggire a bordo del suo Suv. Accompagnato da un’altra persona, l’uomo ha inseguito Kelley con un camioncino. L’inseguimento è finito con il killer autore della mattanza in chiesa che ha accostato il Suv, ormai mortalmente ferito. Non è chiaro se si sia ucciso o sia stato raggiunto dalle pallottole degli inseguitori.
Strage in Texas, un militare in congedo che su Fb predicava valori civili e patriottici
Intanto, in media d’oltreoceano confermano che Kelley aveva fatto parte dell’Air Force americana fra il 2010 e il 2014. Che aveva servito nel reparto logistico della base aerea di Holloman in New Mexico, come confermato anche dalla portavoce dell’aviazione, Ann Stefaneck. Nel 2012 l’uomo era comparso davanti al tribunale militare per maltrattamenti nei confronti della moglie e il figlioletto. Condannato ad un anno di carcere militare era stato poi degradato e congedato per cattiva condotta nel 2014. Un profilo Facebook con il suo nome, mostra una foto dell’uomo con fucile semi automatico Ar-15. A quanto ha raccontato al Los Angeles Times un residente della zona di Sutherland Springs, Johnathan Castillo, Kelley cercava in continuazione di aggiungere nuovi amici della zona sulla sua pagina Facebook per poi litigare con loro. Castillo aveva accettato la richiesta di amicizia qualche mese fa, pensando che forse lui o dei suoi amici avessero conosciuto Kelley, ma senza ricordarsi chi fosse. Presto però Kelley si era dimostrato un’attaccabrighe. «Un sacco di gente lo cancellava» perché cercava lo scontro e mandava insulti, ha raccontato Castillo.
Nei profili social professava l’ossequio a diritti civili, umani e degli animali
Kelley aveva anche un profilo Linkedin, dove c’è una sua foto con un neonato. L’uomo si descrive con un professionista di consulenza gestionale dell’area di San Antonio, con un passato nell’Air Force. «Sono una persona che lavora duro con impegno», con i «valori dell’Air Force», si descriveva. Kelley raccontava anche di insegnare il catechismo a bambini di 4-6 anni presso la First Baptist Church di Kingsville, una chiesa diversa da quella della strage. Fra i suoi interessi elencava: benessere degli animali, bambini, diritti civili e diritti umani. Parole che rendono ancora più incomprensibile la mattanza di cui è stato lo spietato artefice…