«Guarigioni inspiegabili»: al santuario di Montenero la scienza si ferma

11 Dic 2017 14:21 - di Redazione

«A Montenero è avvenuto qualcosa che non è spiegabile con i parametri che usiamo abitualmente per misurare la realtà: guarigioni fuori dall’ordinario». Non è frequente che un vescovo parli dal pulpito di eventi prodigiosi. Invece è proprio quello che ha fatto dal pulpito il monsignor Simone Giusti durante la messa delle cresime in San Jacopo.  «Non usa la parola “miracolo” – si legge sull’edizione livornese de Il Tirreno – perché se la Chiesa è cauta perfino con Medjugorje, figuriamoci qui: e lui non vuol ribaltare lo schema standard che vede il responsabile ecclesiastico nei panni di chi tira il freno di fronte alla devozione popolare».

Non è però la prima volta, si legge sempre su Il Tirreno, che il vescovo insiste su questi temi: «l’aveva fatto già quattro anni fa, in un’occasione solenne per la comunità diocesana com’è la messa di Pasqua. L’aveva fatto raccontando di un padre che nella notte aveva bussato al santuario di Montenero, disperato per la diagnosi choc di un tumore al cervello. Poi guarito, così com’è avvenuto «in altri cinque episodi simili», dirà in quegli stessi giorni della primavera 2013 davanti alle telecamere di Granducato tv. Va detto che i medici dell’ospedale pediatrico Meyer in quella circostanza confermarono sì il buon esito dell’operazione ma precisando che in casi del genere la percentuale di guarigioni «arriva al 95%». Adesso di «un caso del 2014» del quale fa capire di conoscere molti aspetti che però non può rendere pubblici.

Il quotidiano toscano riferisce anche che  la curia guidata da Giusti ha chiamato  a Livorno Franco Balzaretti, componente della Commissione medica internazionale che per incarico del santuario di Lourdes si occupa delle guarigioni dichiarate dai pellegrini.  Non sono però stati divulgati ulteriori particolari: «in curia si alza un muro di riservatezza di fronte alla richiesta di altri dettagli per verificare qualcosa di più riguardo a queste che il vescovo torna a etichettare come “guarigioni inspiegabili”: a quanto è dato capire, solo alcune di queste persone hanno accettato di parlare con gli incaricati della diocesi».

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