Russiagate? E quando Obama e la Clinton interferivano in favore del Pd?
Oramai non vi è più alcun dubbio e dobbiamo rassegnarci all’idea. L’Italia non è un Paese normale ma un Paese surreale, dove accadono cose assurde e inenarrabili che altrove non potrebbero accadere. Ma ancora più surreali e ridicoli sono il Partito Democratico e la sinistra italiana che, negli ultimi mesi, storditi come un pugile suonato da sondaggi catastrofici e da liti interne infinite e inconciliabili, non hanno perso occasione, anche la più piccola, per dire cretinate e rendersi ridicoli e impresentabili agli occhi del popolo italiano e, sfortunatamente, anche del mondo intero. L’ultimo episodio in cui il Partito Democratico e la sinistra hanno perso una ottima occasione per tacere è stata la patetica, ridicola dichiarazione dell’ex vice presidente di Barak Obama, Joe Biden, su presunte interferenze russe che avrebbero condizionato e addirittura distorto il voto degli italiani sulla pessima riforma costituzionale targata Boschi-Renzi. Questo signore, che certo meriterebbe un Oscar alla faccia tosta, in pratica afferma che la sconfitta renziana è stata causata non dal profondo rigetto che il popolo italiano ha per il politico di Rignano sull’Arno ma da oscure e machiavelliche macchinazioni ordite nell’ombra da Vladimir Putin e dai suoi hackers. Una tesi, questa, non solo fantascientifica ma assolutamente non suffragata da prove o indizi concreti. Dinnanzi a questo passo falso Renzi e il Pd, invece di zittire Biden e difendere la scelta democratica, libera e sovrana del popolo italiano, hanno chiesto di convocare l’ambasciatore della Russia e di indagare sulle dichiarazioni di Biden. Peccato che Renzi e il Pd in questa occasione fanno finta di non ricordare le pesantissime e offensive interferenze della amministrazione Obama nel referendum costituzionale e negli affari interni e nella sovranità italiane. Fanno finta di non ricordare che l’ambasciatore degli Stati Uniti, poco prima della consultazione referendaria, diede un appoggio esplicito a Renzi affermando che gli italiani dovevano votare “SI” altrimenti i cataclismi e le cavallette si sarebbero abbattuti sull’Italia. In quella occasione, ovviamente, né Renzi né il Pd né tantomeno l’uomo senza quid che siede alla Farnesina ritennero di protestare o di convocare l’ambasciatore Usa per chiedere conto delle sue pesanti interferenze. Ma anche Obama e la Clinton scesero platealmente in campo per appoggiare il referendum renziano con degli endorsement plateali e aggressivi. E che dire degli appoggi ricevuti da Juncker, dalle alte gerarchie europee e dalla maggiori Agenzie di rating che minacciarono sventure e crisi economiche in caso di vittoria del “NO”? Nessuno del Pd ovviamente protestò all’epoca ma, al contrario, queste interferenze vennero accolte a braccia aperte dalla sinistra italiana che difende la sovranità nazionale a corrente alternata. Quindi, riassumendo, per Renzi e il Pd le interferenze estere sono inaccettabili e da condannare quando vanno contro la loro linea politica mentre sono benvenute e gradite quando vanno a loro favore. Vedere gli eredi del Partito Comunista Italiano fare gli anti-russi e i galoppini degli Stati Uniti d’America fa una certa impressione. Non sono poi tanto lontani i tempi di quando questa stessa gente organizzava manifestazioni oceaniche contro i missili Cruise e Pershing dicendo che gli Usa erano un paese aggressivo e imperialista mentre l’Unione Sovietica, che aveva installato a due passi da casa nostra gli SS 20, era un Paese democratico, pacifico, tollerante e amico dei lavoratori e della giustizia sociale.