Elezioni, dal Sacro romano impero alla Dc: i primi simboli presentati al Viminale (video)

19 Gen 2018 14:45 - di Federica Parbuoni
simbolo viminale

C’è anche il Sacro romano impero fra i primi simboli depositati al Viminale in vista delle politiche del 4 marzo. È arrivato terzo nella corsa a questo adempimento burocratico, per il quale c’è tempo fino a domenica. Il Sacro romano impero ha conquistato così il posto sul tabellone subito dopo il Maie, il Movimento associativo italiani all’estero, il primo a depositare il simbolo, e dell’Unital, Unione tricolore America Latina. I simboli vengono affissi in tabellone secondo l’ordine di presentazione.

Il simbolo del M5S cambia look e proprietario

Quarto è arrivato il M5S, con un simbolo diverso da quello consueto. Nel contrassegno, consegnato da Beppe Grillo, Luigi Di Maio e Davide Casaleggio, si legge «ilblogdellestelle.it», l’indirizzo web che ha preso il posto di «movimento5stelle.it». Si tratta del terzo restyling del simbolo, che nella sua prima versione riportava la dicitura «beppegrillo.it». Il simbolo depositato oggi, inoltre, porta con sé un’altra novità: non appartiene più a Grillo, ma al M5s.

Per la Lega via la parola Nord, la “recupera” Reguzzoni

Novità anche per il simbolo della Lega, quinto in tabellone: dal logo, consegnato da Roberto Calderoli, com’è noto, è scomparsa la parola Nord. A portarla al Viminale – e alle elezioni – ci pensa invece l’ex leghista Marco Reguzzoni, che con il leghista della prima ora Roberto Bernardelli, ha depositato il simbolo Grande Nord. Il nome stesso indica la connotazione strettamente territoriale del partito che, come è stato annunciato, si candiderà solo in sei regioni settentrionali: Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.

Il simbolo di CasaPound affisso tre volte

Sesto in tabellone è il simbolo di CasaPound Italia, che i funzionari del ministero hanno dovuto affiggere più volte, avendo commesso ripetuti errori nella trascrizione. Il contrassegno con la tartaruga è stato infatti per ben tre volte affisso e poi tolto dalla bacheca del Viminale. La prima volta, il nome CasaPound era posto tra parentesi assieme al numero d’ordine 6, la seconda volta le parentesi erano entrambe scomparse, la terza volta è stata quella esatta con il numero d’ordine 6 seguito da parentesi e poi la scritta CasaPound. Il simbolo è stato presentato, tra gli altri, dal segretario Simone Di Stefano.

Dopo 26 anni, torna anche la Dc

Al nono posto si trova, poi, una rentrée: il simbolo della Democrazia cristiana. Dopo una assenza di 26 anni, a riportarlo al Viminale, in vista delle elezioni, è stato l’imprenditore Diego Coroni, che ha rivendicato la possibilità di utilizzarlo citando una sentenza di Cassazione del 2010 arrivata dopo un lungo contenzioso legale. «L’ultima volta il simbolo della Dc è stato presentato alle elezioni politiche del 1992», ha spiegato, aggiungendo che ora «è dei soci del 1992». Infine, fra le curiosità, si segnalano anche il simbolo “W la Fisica”, diciassettesimo in tabellone, e “Free flights to Italy”, diciottesimo.

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