
Puigdemont, l’Alta Corte sospende l’investitura: compaia di persona in Parlamento
Esteri - di Paolo Lami - 28 Gennaio 2018 - AGGIORNATO 28 Gennaio 2018 alle 17:40
È in fuga a Bruxelles da ottobre scorso perché ricercato in Spagna con l’accusa di ribellione dopo aver dichiarato l’indipendenza catalana. E da lì, da Bruxelles, sperava di continuare orchestrare, come presidente latitante, la sua sceneggiata sfuggendo così alla Giustizia spagnola. Ma ora Carlos Puigdemont, che ha sobillato la rivolta della minoranza catalana antispagnola, sarà costretto a tornare in Spagna se vorrà insediarsi da presidente del Parlamento Catalano.
La Corte Costituzionale spagnola ha, infatti, annunciato di aver sospeso l’investitura di Puigdemont a presidente del governo regionale catalano, accogliendo il ricorso del governo spagnolo.
Nel braccio di ferro fra le autorità spagnole e il ribelle, dunque, un nuovo capitolo della partita rimette tutto in discussione.
I rappresentanti del Tribunale Constitucional, l’Alta Corte costituzionale spiegano di aver decretato all’unanimità la decisione “di sospendere preventivamente l’investitura di Puigdemont a meno che non compaia di persona nel Parlamento (catalano) con previa autorizzazione giudiziaria“.
“Il dibattito e la votazione per l’investitura di Carles Puigdemont non potranno essere tenuti tramite videoconferenza né delegando il suo voto”, ammonisce la sentenza costringendo Puigdemont a fare una scelta definitiva e a confrontarsi con il governo spagnolo in prima persona.
“L’investitura di un candidato senza l’autorizzazione giudiziaria pertinente non può andare avanti”, si legge nell’atto dell’Alta Corte spagnola.
I 12 magistrati hanno preso la decisione dopo una sessione plenaria che è durata oltre sette ore. Il governo centrale spagnolo ha ovviamente accolto con favore la sentenza della Corte costituzionale.
Puigdemont è l’unico candidato per la presidenza regionale catalana. Il governo spagnolo aveva contestato la sua nomina alla Corte, affermando che un “fuggiasco” non può guidare un parlamento regionale. Ora arriva, a certificarlo, la decisione dei 12 magistrati dell’Alta Corte.
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di Paolo Lami
e’ un buffone, in codardo