“Domani faccio una strage a scuola”: polizia Usa a caccia di emulatori
Un ragazzino promette il secondo round dopo la Florida. Una bambina di 11 anni minaccia di uccidere gli insegnanti. Un 16enne invita i compagni a non andare a scuola perché intende sparare. La strage di omicidi firmata da Nikolas Cruz nei corridoi e nel campus della Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland si è trasformata in un surreale assist per chi, in ogni angolo degli Stati Uniti, ha pensato bene di gettare ulteriore benzina sul fuoco e alimentare una tensione già altissima. Una decina di scuole, nel Paese, dopo la drammatica giornata vissuta a Parkland hanno denunciato minacce assortite che hanno portato alla chiusura degli istituti e all’annullamento delle lezioni. A Spartanburg, in South Carolina, uno studente al primo anno di high school è stato arrestato dopo la pubblicazione di una foto su Snapchat: nell’immagine, il ragazzino aveva il volto parzialmente coperto e teneva tra le mani, apparentemente, un fucile d’assalto. Il messaggio abbinato alla foto, Round 2 of Florida tomorrow (Domani il secondo round della Florida) è stato più che sufficiente per spingere la polizia a intervenire dopo la segnalazione del genitore di un altro ragazzo. Lo studente ha provato a difendersi parlando di uno scherzo: tentativo fallito. La sua bravata ha innescato un effetto a catena. La foto, riveduta e corretta, ha cominciato a diffondersi sui social media. Nelle stesse ore, l’ufficio dello sceriffo della contea di Broward – dove si trova l’high school di Parkland – attraverso Facebook avvertiva che “ogni post con minacce o motivi di allarme deve essere segnalato alle forze dell’ordine. Ogni violazione verrà perseguita”. Niente sconti, soprattutto in un momento particolarmente delicato. Gli appelli, per quanto doverosi, rischiano di non avere l’effetto auspicato. Anche dopo la strage alla scuola elementare Sandy Hook in Connecticut, nel 2012, la tensione rimase altissima per un paio di settimane. Non bisogna sorprendersi, quindi, se anche il messaggio attribuito ad una bambina di 11 anni non sia stato trascurato: “Poterò un’arma a scuola per uccidere tutti i bambini e gli insegnanti brutti. Porterò l’arma il 16 febbraio, state pronti”, ha scritto la studentessa della Nova Middle School che si trova, paradossalmente, proprio nella contea di Broward. Il foglio con le frasi deliranti è stato infilato sotto la porta dell’ufficio del vicepreside e l’allarme è scattato immediatamente. A New York, la polizia è piombata su due 16enni che hanno pubblicato post con minacce eloquenti: “Domani si spara” e “Non venite a scuola domani”. L’elenco di sedicenti imitatori di Cruz è lungo: comprende il 13enne che in Texas avrebbe mostrato l’intenzione di usare un kalashnikov a scuola e i due studenti che a West Palm Beach, in Florida, le armi a scuola le hanno portate davvero. Stessa scena in una high school di Clarksburg, in Maryland, dove la polizia ha bloccato un ragazzo. Stesso copione, con adolescenti protagonisti, in 3 scuole del Texas e in una del Missouri. In alcuni casi, magra consolazione, le armi non erano cariche.