Né “suprematista bianco” né comunista: il killer della Florida era soltanto un pazzo…

16 Feb 2018 20:00 - di Antonio Pannullo

Pubblichiamo questa foto solo perché, come prima cosa, tutti i media italiani hanno tenuto a sottolineare che Nicholas Cruz, il folle killer di Parkland che ha ucciso 17 persone, fosse “un suprematista bianco”. E che quindi avesse sparato spinto dalla sua ideologia politica. Non è vero. La notizia l’ha diffusa per prima la famosa Antidefamation League, che osserva i movimenti estremisti di destra negli Usa, salvo poi fare marcia indietro perché la notizia non era vera, anche se il presidente della League Jordan Jared ha parlato di “comprensibile equivoco”. Non tanto comprensibile, perché Cruz è di origine cubana e non si vede come possa aderire a organizzazioni di “suprematisti bianchi”. La vera malafede nei media soprattutto italiani, è ignorare volutamente che Cruz è stato spinto nel suo gesto da motivazioni strettamente personali: era stato espulso dalla scuola, non aveva buoni rapporti né con gli studenti né coi professori, covava un rancore infinito verso tutto e verso tutti, era appassionato in modo malato di armi e non aveva nessuno che lo facesse ragionare o che lo curasse, perché entrambi i genitori sono morti. Quindi, il gesto di uno squilibrato, di un folle, ma non certo di un “suprematista bianco”, come invece è stato ritratto. Allora noi potremmo scrivere, ma non lo facciamo, che era una antifascista militante, e che ha ucciso per aquesto. Non è così: è solo una persona che ha bisogno di uno psichiatra. Inoltre Cruz era registrato come elettore democratico nella contea di Broward, e anche questo nessuno lo ha scritto. Alcuni giornali americani scrivono che Cruz era in contatto con movimenti di resistenza musulmana del Medio Oriente, ma probabilmente era interessato solo alle armi più che all’ideologia. Però la cosa che disgusta è che i media della sinistra, cioè quasi tutto, abbiano usato questa tragedia e questi morti per un calcio politico alla destra, rappresentando freddamente il killer per ciò che assolutamente non è. Non è ancora chiaro se Cruz fosse uno dei dreamers di cui in questi giorni si parla, poiché è figlio di immigrati nato però in territorio statunitense. La verità è quella dipinta candidamente da uno studente della scuola dove Cruz ha commesso la strage: “Era una persona in difficoltà”. Ma sfruttare quei morti per fare politica è veramente ignobile.

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