
Ospedale di Parma, 89enne italiana trasferita per le lamentele della vicina islamica
Cronaca - di Redazione - 9 Febbraio 2018 alle 16:58
Il politicamente corretto più vergognoso è di casa negli ospedali dell’Emilia Romagna. Fa riflettere e (soprattutto) indigna il caso denunciato dal capogruppo regionale di Forza Italia, Galeazzo Bignami, in un’interrogazione alla Giunta regionale. È accaduto nei giorni scorsi, all’Ospedale Maggiore di Parma (nel reparto maxillo facciale), che un’anziana ricoverata sia stata trasferita di stanza dopo le lamentele della vicina di letto, di religione islamica, che non avrebbe accettato la presenza del figlio dell’89enne durante la notte. A rigore, doveva essere la musulmana ad essere trasferito. Invece è stata l’italiana. Ma c’è di più: la signora musulmana -denuncia Bignami – sarebbe rimasta sola in camera «lasciando peraltro altri pazienti “parcheggiati” nei corridoi del reparto».
«Appare opportuno -osserva il consigliere di FI- interrogarsi sulla vicenda e aprire una riflessione poiché è indubbio che il diritto a professare la propria religione non può però ledere la libertà altrui in particolare quando si tratta di assistere un proprio familiare all’interno di una pubblica struttura».
«Il dibattito su tali tematiche – prosegue Bignami – si ripropone periodicamente ed è doveroso che la Regione lo affronti in modo compiuto dato che, in questo caso, è stata coinvolta una famiglia italiana la cui parente, anziana, ha comunque dovuto subire il fastidio di un trasferimento da una stanza all’altra per “venire incontro” a richieste di carattere religioso e culturale che non trovano minimamente riscontro nella nostra società laica». «Un’ipotesi- suggerisce – potrebbe essere quella di mettere a punto delle linee guida regionali “che chiariscano il pieno diritto del paziente di farsi assistere da un familiare, uomo o donna che sia, e il pieno rispetto del principio della laicità dello Stato all’interno dei luoghi di cura e, in primis, degli ospedali».
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di Redazione
Fuori tutti dalle balle, avete rotto tutto quello che c’è da rompere. Qui siamo a casa nostra. Maledetti