Oxfam, il lato oscuro delle Ong fra abusi, minacce, violenze e pornografia

19 Feb 2018 16:40 - di Paolo Lami

Emergono nuovi e ancor più imbarazzanti particolari nello scandalo sessuale che ha gettato luce sui comportamenti gravissimi tenuti da dipendenti di alcune Ong nei paesi in via di sviluppo, in particolare la Oxfam e Medici senza frontiere.
Proprio 5 giorni fa Msf , impegnata in 82 Paesi del mondo, era stata costretta ad ammettere 24 casi di abusi sessuali compiuti, nel solo 2017, da alcuni suoi dipendenti. E ora Oxfam – che già aveva dovuto confessare nelle scorse settimane le responsabilità di alcuni suoi dipendenti negli scandali sessuali – torna di nuovo sotto i riflettori perché dai suoi archivi riemerge un vecchio rapporto interno, datato addirittura 2011, nel quale si parla non solo di queste pratiche sessuali ma, anche, dei tentativi di mettere tutto a tacere attraverso minacce esplicite ai colleghi che volevano denunciare l’andazzo.

Sono diversi media internazionali, fra i quali il Guardian e la Bbc, a sollevare il velo su questi particolari del passato di Oxfam. Tre degli uomini accusati di molestie sessuali ad Haiti dove prestavano servizio dopo il devastante terremoto come team locale di Oxfam, emerge dal documento che risale a 7 anni fa, avevano anche minacciato fisicamente un collega per assicurarsi il suo silenzio sulle loro condotte illegali.

L’organizzazione umanitaria ha pubblicato, ora, la sua relazione interna nel tentativo di gestire la crisi reputazionale che l’ha investita così pesantemente spiegando di voler assicurare trasparenza dopo lo scandalo che l’ha travolta.
Sette impiegati dell’Ong hanno lasciato Oxfam in seguito alle polemiche esplose sui loro comportamenti ad Haiti nel 2011, evidenzia il rapporto. Uno dei sette impiegati è stato allontanato e tre si sono dimessi dopo che si è scoperto che sono andati a letto con alcune prostitute. Altri due impiegati – uno dei quali è stato sorpreso anche a scaricare su un laptop dell’Ong materiale pornografico dal web – sono stati allontanati per intimidazioni. Un ultimo è stato cacciato per non aver protetto lo staff di Oxfam.

Oggi che lo scandalo è esploso in maniera così dirompente vale forse la pena di andare a riguardarsi chi sono e cosa hanno detto e fatto queste Ong negli ultimi anni. Quali posizioni hanno preso e quanto è levitato il loro business – perché di business miliardario si tratta – da quando si sono gettate a testa bassa sulla maxitorta dell’immigrazione.

Era il 6 luglio 2009 – si era in pieno G8 all’Aquila – quando l’Oxfam, per esempio, partì a testa bassa contro Silvio Berlusconi. E con la protervia e l’arroganza ipocrita che, da sempre, caratterizzano questi sedicenti volontari – molti dei quali strapagati – uno dei dirigenti accusò l’allora presidente del Consiglio italiano di essere «come un moderno Nerone, Berlusconi sta armeggiando mentre l’Africa brucia.  Oltre 3 milioni di persone sono morte mentre Berlusconi e il G8 suonano il violino».

Due giorni prima sempre lo stesso personaggio, cioè Max Lawson, che allora era consulente senior per le politiche di Oxfammoraleggiava dalle comode colonne dell’Indipendent, sempre lanciando strali contro l’odiato Berlusconi, ironizzando sulla «immoralità» del «record (negativo, ndr) dell’Italia sugli aiuti esteri».

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