Spampanato, dalla Marcia su Roma a primo direttore del “Secolo d’Italia”
Bruno Spampanato, scomparso il 3 febbraio del 1960, è stato uno dei protagonisti del fascismo, dalla Marcia su Roma alla Repubblica Sociale, sino alla carica di parlamentare per il Movimento Sociale Italiano nella II legislatura. Nato nel 1902 a Salerno, Spampanato, laureato in legge, è stato giornalista scrittore e politico. Durante la guerra divenne direttore del Messaggero e in seguito fu il primo direttore, nel 1952, del Secolo d’Italia. Nel 1919 aderì al Partito fascista e nel 1922 partecipò alla Marcia su Roma. Fascista di sinistra, collaborò e fondò numerosi giornali durante tutto il Ventennio, scrivendo nel contempo numerosi libri. Allo scoppio della guerra, si arruolò volontario e dopo l’8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale Italiana, per la quale stese la bozza della Costituzione. Diresse il giornale della X Mas l’Orizzonte, cui collaborarono anche Walter Chiari come vignettista e Ugo Tognazzi. Negli ultimi giorni fu vicinissimo a Benito Mussolini. Insieme con altri, il 25 aprile 1945 fece l’appello all’ultima trasmissione della radio della Rsi. Arrestato e incarcerato, fu liberato nel 1947 con l’amnistia Togliatti. Si iscrisse al Msi, diventandone deputato nel 1952, e completò il suo famoso Contromemoriale. Morì improvvisamente nel 1960, lasciando un grande vuoto non solo nella sua comunità umana e politica, ma in tutte le istituzioni.
Pubblichiamo ampi stralci della commemorazione del capogruppo del Msi Gianni Roberti alla Camera in occasione della sua morte.
Onorevoli colleghi, nella tarda sera di mercoledì 3 febbraio si è improvvisamente spento in Roma l’ onorevole avvocato Bruno Spampanato, che fu componente di questa Assemblea nella scorsa legislatura, per la circoscrizione di Napoli e Caserta, nel gruppo del Movimento social e italiano . Il luttuoso avvenimento, che ha improvvisamente stroncato nella piena e rigogliosa maturità una esistenza incessantemente dedita agli studi, al giornalismo e alla battaglia politica, ha dolorosamente colpito vasti settori di opinione pubblica non solo del nostro partito, come dimostra l’universale tributo di cordoglio reso allo scomparso, non soltanto dalle province che l o ebbero come diretto rappresentante parlamentare, ma da vasti ambienti politici e intellettuali di tutta Italia. Appartenente a famiglia di tradizioni risorgimentali (suo nonno materno fu al fianc o di Garibaldi in Sicilia e partecipò a Calatafimi a quella carica leggendaria), Bruno Spampanato esordì giovanissimo, non ancora ventenne, all’indomani della prima guerra mondiale, nell’attività giornalistica e politica. E giornalista politico egli fu nel più squisito significato della parola, per oltr e quarant’anni di aspra lotta combattuta sempre in posizioni estreme e sempre condotta , nella buona o nella avversa sorte, con esemplare coerenza di carattere e di azione. Al giornalismo egli pervenne dagli studi giuridici, che completò laureandosi a Napoli ne l 1924 e che poi sempre seguì, orientandosi, oltre che verso l’esercizio della professione forense – volta a volta interrotta per le necessità e le vicende delle battaglie politiche – anche verso gli studi storici ed economic i che sempre lo attirarono per la sua profonda sensibilità di percezione dei fenomeni della vita sociale italiana. Scrittore robusto ed efficace, raccolse il risultato di tali suoi studi e meditamenti i n oltre venti volumi, dei quali mi piace qui ricordare, fra i più importanti, La politica finanziaria della destra storica; Trent’anni; Popolo e regime; Luci ed ombre del secolo, mentre le tragiche vicende dell’ultima tormentosa fase della vita italiana egli volle condensarle in un’opera poderosa in tre volumi, ch e è stata già tradotta in varie lingue . Ed il suo Contromemoriale offre, oltre che una fedele e circostanziata cronaca dei più discussi avvenimenti della nostra recente storia, anche una ampia e preziosa raccolta di documentazioni, da cui certamente non potrà prescindersi , quando si dovrà, al di sopra della fazione e del settarismo, pronunziare su questa pagina dolorosa il definitivo giudizio della storia. Dopo lunga collaborazione a numerose riviste e quotidiani, assunse, dopo il 1943, in condizioni estremamente difficili, la gravissima responsabilità della direzione de Il Messaggero di Roma, che resse con rara capacità e perizia. Anche dopo le turbinose vicende dell a guerra e della prigionia politica, egli riprese con serenità e coraggio la sua attività pubblicistica e, dopo essere stato il primo direttore de Il Secolo d’Italia, fondò e diresse i periodici Sud illustrato, Noi e La Voce, organi sempre di punta e di vivace costruttiva polemica, nei quali, in un settimanale colloquio con i suoi lettori, egli conduceva e proseguiva instancabilmente la sua appassionata battaglia, che fu stroncata soltanto dal fato inesorabile e crudele, nel pieno del suo fervore . Onorevoli colleghi, la scomparsa immatura ed improvvisa di Bruno Spampanato, che ho l’onore qui di ricordare a nome del gruppo del Movimento Sociale Italiano nel quale egli militò con passione e con fede, nonché quale deputato di Napoli, che con lui ha diviso l’ansia per la tutela e la sofferenza delle genti meridionali, non potrà non trovare, anche in questa Camera, larghezza di compianto e il cordoglio.