Sviluppare un nuovo sistema della Difesa per affrontare le sfide future
È prioritario per la Nazione sviluppare un sistema della Difesa basato su un’adeguata organizzazione che raccordi il livello politico-strategico (il governo della Repubblica), il livello politico-militare (il Ministro della Difesa), con quello strategico-militare (il Capo di Stato Maggiore della Difesa), al fine di conseguire una capacità decisionale adeguata ai tempi e decisamente superiore alle attuali condizioni. Occorrerà certamente avviare una graduale integrazione di capacità con gli altri Paesi europei e Nato, per un impiego delle forze sempre più interoperabile, in grado di rispondere e affrontare efficacemente le future sfide. Risulterà, altresì, indispensabile e non delegabile mantenere autonome ed efficaci capacità che permettano all’Italia di detenere una superiorità adeguata a tutelare gli interessi nazionali.
Bisognerà disporre di forze estremamente flessibili, in grado di adattarsi opportunamente alle future variabili operative, mantenere capacità militari credibili, capaci di garantire la necessaria deterrenza nel contesto internazionale, in grado di intervenire rapidamente e con limitati tempi di preavviso. I nuovi domìni imporranno la necessità di adeguare le norme e le leggi relative alla cibernetica, con una opportuna copertura legislativa per la pianificazione e la condotta di operazioni militari in questo particolare tipo di ambiente.
L’autorità politica dovrà assumersi la responsabilità di indicare le priorità e le linee guida per le risorse umane e finanziarie, in coerenza con l’evoluzione e i rischi emergenti, derivanti ad esempio dalle connessioni dei flussi migratori irregolari con le organizzazioni criminali e terroristiche, dai conflitti interetnici, dalla proliferazione delle armi di distruzione di massa e, più in generale, dalla carenza di governance del sistema internazionale. Ogni sforzo dovrà essere fatto per la formazione di una mentalità che, attraverso l’educazione, l’addestramento, la coesione e la motivazione del personale militare e civile della Difesa, agisca da fattore moltiplicatore nell’impiego delle capacità, anche con un intelligente sblocco del turn over e una rinnovata funzione sociale, a beneficio del mondo del lavoro.
In sostanza, occorrerà sviluppare un sistema militare in un’ottica di coinvolgimento di tutte le articolazioni dello Stato, dell’industria e delle altre componenti della società nella funzione difesa e sicurezza. Con la consapevolezza che sia necessario tenere sotto controllo la spesa pubblica, l’autorità politica dovrà attentamente bilanciare le risorse impiegate nello sviluppo di nuove capacità, nell’addestramento e nella manutenzione dello strumento militare. È bene, comunque, che le disponibilità finanziarie siano congrue con il livello di ambizione individuato e, al contempo, certe e il più possibile costanti nel tempo.