Frosinone, finalmente sgominata la “banda dei Rolex”: sono rumeni
Dopo l’ennesimo furto di Rolex consumato nella tarda mattinata di ieri a Cassino (Frosinone), i Carabinieri della locale Compagnia hanno fatto scattare un piano, arrivando a sgominare la “banda dei Rolex”. Nella circostanza venivano posizionate pattuglie sui principali snodi viari della città e in particolare veniva vigilata la strada regionale Cassino-Sora sospettata di essere la via di fuga dei malviventi e l’autoradio di turno infatti, intercettava una Ford Focus segnalata come auto sospetta nei giorni scorsi, che stava lasciando la città in direzione di Sora. Dal controllo degli occupanti, un uomo e una giovane donna di nazionalità rumena, emergeva che entrambi avevano precedenti specifici per furto con destrezza commessi in varie località della penisola. Dopo aver effettuato una attenta perquisizione, che dava esito negativo, l’immagine dei due veniva mostrata alle vittime dei furti che però non li riconoscevano. Alcuni testimoni tuttavia riferivano della presenza dell’uomo nei pressi dell’avvenuto furto di ieri. A questo punto i militari, avendo fondato sospetto che i due facessero parte di una banda di malviventi specializzata nella commissione di tali furti, dopo averli rilasciati, li seguivano fino al loro domicilio in un noto quartiere popolare di Roma. Con l’ausilio di personale del Gruppo di Frascati, i carabinieri facevano irruzione all’interno dell’abitazione procedendo all’identificazione degli occupanti e alla loro perquisizione. Mostrate le immagini, le vittime dei furti, questa volta, li hanno riconosciuto quali autori dei furti. Si tratta di Leonard Paun, 28enne romeno (con precedenti specifici), Moise Florian Mihai, 25enne nato in Germania ed una donna Zinca Mihai 28enne romena (con precedenti specifici). Stante i presupposti di legge, e ritenendo che i tre potessero allontanarsi dal territorio nazionale, venivano sottoposti a Fermo di Polizia Giudiziaria, poiché gravemente indiziati dei reati di furto aggravato in concorso. Dopo le formalità di rito, venivano associati alla casa circondariale di Roma Rebibbia, così come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
(Foto: Ravennatoday)