
Mariam Moustafa, aggredita già ad agosto. “Le avevano rotto una gamba”
Cronaca - di Redazione - 18 Marzo 2018 - AGGIORNATO 18 Marzo 2018 alle 13:11
Sono particolarmente drammatiche le sequenze del video che riprende Mariam Moustafa spaventata sull’autobus numero 8, la sera del 20 febbraio scorso, quando viene accerchiata dalle forsennate che l’hanno picchiata fino a farla morire. C’è con lei un ragazzo nero, un amico, che cerca di difenderla. Ci si chiede la ragione di tanta ferocia, ci si chiede se sia possibile che razzismo e bullismo – Mariam era italo-egiziana ed era vissuta a Ostia prima di trasferirsi con la famiglia a Nottingham – siano in grado di generare tanto odio ingiustificato. Qualunque nome si voglia dare la fenomeno, però, qui siamo dinanzi a una violenza brutale, che può scatenarsi a qualsiasi latitudine e in qualsiasi contesto sociale. Mariam, denuncia ora la madre,era già stata picchiata e presa di mira lo scorso agosto. Le avevano rotto una gamba e anche la sua sorella di 15 anni era stata a sua volta aggredita e presa a pugni. Sono le dinamiche tipiche della gang delinquenziali che prendono di mira una vittima privilegiata, scelta a caso, senza motivo. La polizia di Nottingham indaga ma finora non ci sono state novità rassicuranti: una diciassettenne sospettata di avere partecipato al pestaggio è stata fermata e rilasciata su cauzione. Gli inquirenti confidano nei resoconti di chi era alla fermata del bus maledetto sul quale Mariam è stata accerchiata e insultata. Persone che non hanno mosso un dito per salvarla e che ora dovrebbero contribuire all’accertamento delle responsabilità. Anche la Procura di Roma ha aperto un’inchieste. Il padre ha lamentato l’inerzia della polizia su quell’episodio. “Solo dopo che è morta la gente si è interessata a noi”, ha detto. “Perché lei?”, si è chiesta la sorella, “era la più gentile del mondo, aiutava tutti”. Infine c’è da verificare un’eventuale responsabilità dei medici. Mariam dopo il pestaggio è stata portata in ospedale e rimandata a casa in poche ore. Il giorno dopo però è stata ricoverata in coma e dopo tre settimane è morta. Per chiedere giustizia per la giovane è stato creato l’hashtag #JusticeForMariam. “Non voleva stare in Inghilterra – ha detto la madre – ha sempre sognato di tornare a Roma”. Questa sera il programma Le Iene manderà in onda il servizio realizzato da Pablo Trincia, in cui verranno resi noti ulteriori dettagli di questa triste storia.
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