Ricordo del patriota Ciccio Panitteri, dalla Rsi alla Legione Straniera
Il 27 marzo morì a Trapani, dove era nato nel 1921, Francesco “Ciccio” Panitteri, patriota italiano dalla vita avventurosa, ancora oggi sconosciuto ai più. Panitteri, oltre che soldato, fu pilota da caccia, magistrato, funzionario amministrativo e uomo politico. Fascista convinto, tanto da aderire alla Repubblica Sociale Italiana, si arruolò dopo la guerra nella Legione Straniera, per la quale fu il primo e unico italiano ad avere il raro onore di portare nella commemorazione della battaglia di Camerone, la reliquia della mano di legno del capitano Danjou. Era il 1980.
Francesco Panitteri frequentò il liceo Ximenes di Trapani, per poi laurearsi in Giurisprudenza all’università di Palermo nel 1941. Fu il più giovane laureato di tutto il ventennio fascista, a soli 20 anni. Vinto il concorso di magistrato, fu assegnato al tribunale di Roma. Ma si era in piena guerra, e Panitteri si arruolò subito volontario, diventando pilota e venendo destinato all’aeroporto militare di Trapani, compiendo operazioni militari in Libia, su Malta e nei Balcani. Nel 1942, nei cieli della Sicilia, fu abbattuto da uno Spitfire inglese rimanendo ferito. Gli fu data una lunga convalescenza, nel corso della quale accettò l’incarico propostogli dal federale di Trapani Enzo Savorgnan di Brazzà, nobile figura di fascista trapanese che poi fu assassinato dai partigiani a guerra finita, come molti altri. Dopo il 25 luglio 1943 fu richiesto dai tedeschi che lo inquadrarono nella Luftwaffe. Intanto aveva aderito alla Repubblica Sociale, che servì fedelmente con l’incarico di pubblico ministero del tribunale speciale straordinario, che si chiamava tribunale speciale per la Difesa dello Stato. Nella sua veste di pubblico ministero, chiese e ottenne condanne a morte.
Panitteri fu catturato il 27 aprile su mandato del Cln che, per delega del governo di Roma, aveva stabilito la pena di morte per i gerarchi fascisti, magistrati compresi. Quando lo stavano sommariamente per uccidere, a quanto pare, scampò alla fucilazione mostrando agli americani, arrivati sul luogo dell’esecuzione, il suo tesserino di ufficiale pilota dell’Aeronautica militare italiana. Il maggiore che li comandava ne pretese la consegna come prigioniero di guerra e lo fece aggregare ad altri prigionieri mandati al campo di concentramento alleato di Coltano. Il 19 agosto del 1945 riesce a fuggire e, dopo varie peripezie, raggiunge la Sicilia rimanendo latitante per molti mesi. Quando la Corte d’Assise di Perugia, nel marzo del 1948, assolse un giudice che era nelle sue stesse condizione, sentenziando che l’aver fatto parte di un tribunale speciale della Repubblica Sociale non configurava reato, Pamnitteri si costituisce e ottiene l’assoluzione. Ottiene anche un regolare passaporto vidimato per l’Argentina e lascia Trapani per imbarcarsi a Genova. Ma lì cambia idea, e si reca nella vicina Marsiglia dove, il 14 luglio del 1948, si arruola nella Legione Straniera con il nome falso di Enrico Lagarde. Dopo il duro addestramento a Sidi Bel Abbes, Panitteri, divenuto caporlae, fu mandato nell’Indocina francese, il Vietnam, a combattere i comunisti e il generale Giap. Dopo essersi distinto per valore e capacità in molte battaglie, nel luglio del 1949 cade in un’imboscata dei Vietminh, che massacrano i soldati alleati. Dopo aver organizzato una controffensiva, Panitteri risulta l’unico scambato, pur ferito gravemente in molti punti del corpo. Un elicottero lo porta in salvo, e successivamente viene trasferito in un ospedale a Parigi, da dove uscirà priva della gamba sinistra e della mano destra, con una calotta metallica sul cranio e numerose cicatrici in tutto il corpo. Per questa azione avrà la Médaille militare, massima medaglia militare francese, e la Legion d’Onore, massima onorificenza francese, che si aggiunge alle sue tre medaglie d’argento, una di bronzo, una croce di guerra italiana e alle Croci di guerra di Ia e IIa classe tedesche e ad altre varie medaglie. Nel 1979 fondò l’Associazione nazionale italiana ex legionari della Legione straniera francese (A.N.I.E.L), della quale rimase presidente eletto sino alla morte, avvenuta nella sua città il 27 marzo 1990.
Al sig.r Andrea, volevo chiedere “chi ha sacrificato davvero la vita per la Patria”…..i suoi amici partigiani forse, quelli che senza indossare una divisa sparavano alla schiena e nascosti dietro le siepi? quelli che non si costituivano dopo aver assassinato militari tedeschi scatenando così le rappresaglie? quelli che usarono il loro status di partigiano “parmigiano” per le loro vendette personali e per depredare di beni ed averi le povere vittime? quelli che trucidavano e violentavano le giovani donne?……quelli che infoibavano civili inermi, militari e carabinieri italiani o presunti fascisti?….Non so quale libro abbia letto…o quale storia le sia stata raccontata, ma di sicuro non coincide con la realtà.
ONORE A CICCIO PANITTERI e disonore ai tanti Andrea italiani
Grande, lui vive!
Al signor Andrea. a dire il vero,il traditore è stato il re insieme al suo tirapiedi badogluo.
Questi si che hanno tradito un alleato.
Un’altra cosa,signor Andrea,visto che parla di cattivi maestrisono sopratutto a sinstra. Forse qualche lettura di De Felice o pansa aiuterebbe anche lei a capire qualcosa di più
Onore.
Honneur et Respect
10 100 1000 Panitteri, Lui non ha tradito, Lui aveva gli attributi, onoriamolo!!
In questo contesto, certe affermazioni risultano semplicemente provocatorie e evocano, nei lettori, soltanto sensazioni di nausea e disgusto. Non pubblicatele, lasciate tali prerogative ai giornali antifascisti! Sempre ONORE al Camerata Ciccio Panitteri!
i Droni intellettuali che ha creato la sinistra nel dopo guerra con l’occupazione di tutte le università trattano la storia come meglio aggrada la loro inutile esistenza …onore a questo uomo che ha differenza di chi scrive cazzate ideologiche vigliaccamente nascosto dietro una penna al caldo del proprio caminetto,ha dimostrato il valore eroico del vero Italiano…che che se ne dica
Onore e gloria ad un grande italiano ed ad un eroe della Patria e della Idea che riscatto il nostro popolo dalla onta e dal disonore
R.I.P. comunque un grand’uomo che merita rispetto.. checché se ne dica ha indossato inizialmente la divisa italiana e l’ha abbondantemente onorata. Così come credo abbia onorato le successive divise da lui indossate.
Onore ad un vero soldato.
Il vero governo-fantoccio in Italia fu il regno del sud, dominato dagli americani che sfruttavano il popolo meridionale con le am-lire e le vessazioni della mafia loro alleata. Governi-fantoccio sono anche tutti i governi che per oltre 70 anni hanno retto l’Italia e mantenuto le 113 basi militari amerikane. Consiglio ad Andrea di informarsi e approfondire meglio le vicende della seconda guerra mondiale.
Con tutto il rispetto per questo signore e per la sua vita così tanto avventurosa e degna di ammirazione , basti solo l’onore di portare una mano di legno alla commemorazione , il fatto che lo si chiami patriota mi inorridisce perché si tratta di un vero e proprio traditore della Patria che scelse di stare dalla parte dei nazisti dando vita all’ennesimo governo fantoccio come quello di Vidkun Quisling in Svezia o Petain in Francia.Quindi non c’è proprio da stupirsi se nessun altro giornale ne parli perché in fin dei conti è giusto che sia così ,prima per il rispetto di chi ha sacrificato davvero la vita per la Patria e per chi è stato trucidato dai Nazifascisti dal ’43 fino alla fine dell’occupazione e poi per pietà dello stesso signore in questione . Mi auguro che i nostri giovani studino la storia che ovviamente non è la matematica e che quindi è suscettibile di molte interpretazioni e spesso la versione più comune è stata scritta dai vincitori e che possano approfondire se lo desiderano una delle pagine più buie e disumane della nostra vita separando i criminali dalle persone perbene e soprattutto senza credere in falsi miti e stare bene attenti ai cattivi maestri che campano di sola nostalgia senza rendersi conto che fuori dalla loro camera traboccante di fantasmagorie c’è una società,una comunità che si fa mille domande e aspetta risposte da parte di chi la rappresenta nelle stanze dei bottoni.