Dalla X Mas al Secolo d’Italia: 15 anni fa ci lasciava Cesco Giulio Baghino

11 Apr 2018 19:05 - di Antonio Pannullo

Quindici anni fa, all’età di 92 anni, ci lasciava un protagonista di primissimo piano della destra italiana, Cesco Giulio Baghino, conosciutissimo da tutti i militanti del Movimento Sociale Italiano e dai combattenti della Repubblica Sociale italiana. Baghino infatti, dopo essere stato ufficiale della Decima Mas di Junio Valerio Borghese, fu tra i fondatori del Msi insieme con Giorgio Almirante, col quale condivideva l’appartenenza Al Mius, Movimento italiano di unità sociale, che dal 26 dicembre 1946 confluì nel Msi. E negli anni del dopoguerra fu anche presidente dell’UncRsi, l’unione dei combattenti della Rsi. Fu anche il secondo direttore del Secolo d’Italia, succedendo  a Bruno Spampanato, nel 1952 e nel 1953. Laureato in chimica, Baghino però fece per tutta la vita il giornalista e poi l’uomo politico, sempre ovviamente dalla parte “sbagliata” ma sempre, altrettanto ovviamente, col massimo orgoglio. Noi ragazzi del Secolo d’Italia lo ricordiamo molto bene: piccoletto, svelto, con una voce inconfondibile, sempre attivo e impegnato in mille cose; veniva spesso a trovarci perché collaborava sempre col “suo” quotidiano, anche quando era impegnato come deputato del Msi, nelle cui file parlamentari militò dal 1972 al 1992. Trovava anche il tempo per tenere conferenze culturali e storiche in giro nella varie sezioni del Msi di Roma, anche in quelle più periferiche. Nato nel 1911 a Taranto, si trasferì però giovanissimo a Genova; già negli anni Trenta lo troviamo direttore del periodico universitario Libro e Moschetto. Con lo scoppio del secondo conflitto mondiale, Baghino combatté col battaglione universitario Curatatone e Montanara sul fronte greco-albanese, e poi in Nord Africa, dove ricevette la Croce di ferro di prima classe e altre sei decorazioni. Negli anni della Repubblica Sociale, diresse il quotidiano Il Veneto di Padova. La sua appartenenza alla Decima gli procurò un’immediato condanna a morte, poi amnistiata dopo la guerra. Nel 1946 fu tra i fondatori del Movimento Sociale nel famoso studio del padre di Arturo Michelini a Roma,  circostanza che Baghino ha ricordato più volte nel corso della sua vita, non ultimo nel 1996, in occasione del cinquantenario della fondazione del Msi. Baghino raccontò che qualche mese prima del 26 dicembre 1946, fondò a casa di Mario Cassiano, a Monteverde vecchio a Roma, il già citato Mius insieme a – tragli altri – Almirante, Bacchi, Lodoli, Nelli. Prima di diventare direttore del nostro giornale, Baghino diresse anche il quotidiano Italia della sera e le agenzie di stampa Sasi e Informitalia. Ci ha lasciato due libri: Fascist’s Camp e Un popolo nella sabbia, dedicato quest’ultimo al lavoro degli italiani in Africa. Punto di riferimento costante non solo per i missini ma anche per i combattenti della Rsi, Baghino su anche presidente onorario del Msi sino alla fine del partito. Non aderì, nel 1995, ad Alleanza Nazionale ma neanche ne osteggiò la nascita. Così lo ricordò Mirko Tremaglia: “Sono molto commosso e addolorato masoprattutto ti sono grato e evoto per quanto ci hai insegnato, per l’esempio eroico che ci hai dato con le tue medaglie d’argento al valor militare, con le tue decise battaglie  e con gli ideali che hai sempre onorato.

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