Entra in campo Erdogan: parlerò con Putin per fermare il massacro chimico
La situazione in Siria e sulla Siria è sempre più tesa: strategie e alleanze si consolidano e alimentano venti di guerra che soffiano da est e da ovest sui cieli e sui mari presidiati da Stati Uniti e Russia. E così, dopo le telefonate intercorse tra la Casa Bianca e l’Eliseo nei giorni scorsi, ieri il presidente americano Donald Trump ha discusso con quello turco, Tayyip Erdogan: l’argomento della conversazione istituzionale, neanche a dirlo, ha riguardato gli ultimi sviluppi della crisi siriana e si è conclusa con la reciproca promessa di tenersi in stretto contatto sulla situazione.
Erdogan preoccupato del braccio di ferro Usa-Russia
Una polveriera, quella siriana, su cui soffiano minacciosi venti di guerra, alimentati dal braccio di ferro in corso tra Usa e Russia: i primi che hanno fatto partire cacciatorpedinieri e schierato il resto della flotta navale; la seconda che ha prontamente replicato con i jet spediti a sorvolare sulla situazione da bassa quota. Nel mezzo si colloca in queste ore il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha annunciato che a breve discuterà della crisi siriana con il suo omologo russo, Vladimir Putin, incontrato recentemente. «Parlerò di come possiamo mettere fine insieme a questo massacro chimico», ha affermato Erdogan durante una cerimonia ad Ankara, stando a quanto riferito dal sito del quotidiano Sabah.
La Siria non è terreno di caccia per potenze mondiali…
La Turchia è «estremamente preoccupata» dal «braccio di ferro» tra le potenze mondiali in Siria, ha dichiarato il presidente turco ed è stato immediatamente rilanciato dai media locali. «Siamo estremamente preoccupati dal fatto che alcuni paesi sicuri della loro forza militare stiano trasformando la Siria in un terreno per un braccio di ferro», ha affermato Erdogan, riferendosi alle tensioni tra Mosca e Washington, dopo aver sentito ieri Trump e in procinto di confrontarsi con Putin; sempre in veste di mediatore.