Il fenomeno Massimo Giletti: da giornalista “leggero” a Torquemada
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Caro direttore,
per chi è solito seguire le reti televisive italiane pubbliche e private, uno dei fenomeni più strani e sconvolgenti degli ultimi anni è stata la trasformazione in stile dottor Jekyll e Mister Hyde subita dal giornalista Massimo Giletti. Giletti, figlio di una ricca famiglia piemontese, nasce infatti come “giornalista leggero” e conduttore di trasmissioni e varietà di intrattenimento, giochi a premi tipo ruota della fortuna o simili, sempre circondato da ballerine molto affascinanti e in abiti assai succinti. Il suo essere “leggero” lo rende, molto presto, obiettivo delle attenzioni di Striscia la Notizia di Ricci che dedica diverse puntate agli atteggiamenti “espansivi” del conduttore verso le sue colleghe donne.
Poi, improvvisamente e senza alcuna apparente spiegazione scientifica o filosofica il giornalista, colpito da sacro e incontenibile furore, si trasforma in una belva assetata di sangue, in un novello Torquemada, in un moderno Savonarola in una versione televisiva di Masaniello iniziando a martellare, come il martello di Thor, quelle categorie di persone che lui ritiene meritevoli di tale trattamento. Le sue trasmissioni non sono dei normali dibattiti, ma delle sedute del tribunale rivoluzionario dove i nemici del popolo vengo messi alla gogna e trattati in modo rude e sbrigativo. Mancano solo le autocritiche e l’invio ai campi di rieducazione, ma per il resto c’è tutto e la mente torna al Nome della Rosa e al grande inquisitore Bernardo Guy. La cosa di per sé potrebbe anche essere positiva se le inchieste di Giletti colpissero i grandi potentati economici ed i grandi scandali e sprechi nazionali. La cosa farebbe pure piacere se le gli strali gilettiani andassero a cadere sui grandi speculatori internazionali che hanno messo in ginocchio l’Italia manovrando artificiosamente le spread, o se andassero a cadere sui grandi speculatori edilizi che hanno devastato l’ambiente e cementificato l’Italia o sui Tycoon che spostano immensi capitali nei paradisi fiscali impoverendo il nostro Paese o, infine, sui manager che hanno fatto fallire banche fiorenti scaricandone i costi sui cittadini italiani. Ma no, dai. Gli obiettivi del Giletti-Masaniello sono molto più limitati e facili da colpire senza affaticarsi troppo nella inchiesta giornalistica che, notoriamente, è faticosa e pericolosa come ben sa una vera giornalista di inchiesta come la Gabbanelli. Giletti si limita a colpire quegli sfigati dei furbetti del cartellino ed i vitalizi degli onorevoli. Un po’ come bombardare la Croce Rossa. Ora, che la pratica di falsificare le uscite dall’ufficio sia deprecabile siamo tutti d’accordo, ma da qui a farne un problema nazionale ce ne corre. In un Paese come l’Italia, sommerso dai rifiuti, invaso da orde di immigrati dove la sanità cade a pezzi e le forze di polizia non hanno aumenti salariali da otto anni e le volanti sono ferme in officina per mancanza di pezzi di ricambio il nostro Giletti furioso non trova di meglio da fare che scatenare i suoi super poteri sui furbetti del cartellino e sui forestali calabresi. E che dire dei vitalizi degli ex parlamentari ? Siamo tutti perfettamente d’accordo che si tratti di un trattamento di favore (a proposito di privilegi, sarebbe interessante sapere come la Rai assumeva i giornalisti una volta, se per concorso o per chiamata diretta), ma il costo totale dei vitalizi è di circa 300 milioni di euro annui mentre il costo del mantenimento dei clandestini in hotel ci costa sei miliardi annui, cioè venti volte più dei vitalizi. Ed allora da cittadino italiano, da contribuente e da persona di buon senso mi chiedo: davanti a un presunto spreco di 300 milioni e ad un spreco di sei miliardi perché mai Giletti dedica decine di puntate al primo e nemmeno una al secondo? Secondo me le risposte sono due. La prima è che colpire i vitalizi porta consenso facile e non presenta nessun rischio personale o professionale. Ben diverso è andare a disturbare i potentati, spesso anche a carattere mafioso, che gestiscono il lucroso business della immigrazione e della accoglienza. La seconda è che fare una puntata sui vitalizi non comporta alcuna fatica, alcun lavoro di ricerca o di indagine sul campo. Basta andare in Parlamento e farsi dare tutti i dati e tutti i numeri e la puntata è bella e pronta. Invece una inchiesta sui Centri Accoglienza come il Cara di Mineo, sulle ong scafiste, sui finanziamenti di Soros a favore delle ong, sulle infiltrazioni malavitose e sulle malversazioni nella gestione dei fondi, dell’accoglienza e sulle clamorose violazioni della legge itailana ed internazionale compiute da molte ong,come clamorosamente denunciato dalla Corte dei Conti e da alcune Procure della Repubblica della Sicilia, comporta un lungo, difficile e faticoso lavoro di ricerca e raccolta dati che forse Giletti non vuole affrontare. È un ennesimo esempio dal malvezzo tipicamente italiano di essere forti con i deboli e deboli con i forti. Ed è per questo che continuiamo a vedere Report e a non vedere Non è l’Arena.
L’imbecivllita’, velata livore e da un raccogliticcio insieme di riferimenti semiintellettuali, non ha mai fine..
Gilett, a mio parere, mette la propria faccia davanti a milioni di italiani, l’autore di questa lettera la sua pusillanimità.
E’proprio così la trasmissione di Gillette è noiosa e non risolve e meno sfiora i veri problemi del paese e degli italiani. Fossi in lui chiuderei la trasmissione se non cambia gli argomenti
State toppando di brutto. Se l’articolo si scrive a difesa di Italo Bocchino per la sua telefonata inopportuna alla trasmissione “NON E’ L’ARENA”, state cercando di difendere l’indifendibile. Anche la signora “cicciolina” si è dimostrata più signora di lui. Eppure per l’elezione di quella signora non è morto nessuno. L’elezione di Italo Bocchino e “compani”, avviene, invece, dopo le morti di tanti giovani e meno giovani giustiziati nelle piazze, sulle strade e anche nelle case. Sangue versato non certo a difesa di privilegi antistorici, anacronistici e, persino immeritati, per quanto danno ha prodotto una simile classe politica dirigente. E nel rispetto di tante vite distrutte, finiamola qui !
Non dimentichiamoci che il moralista Giletti conduceva trasmissioni in cui lo si vedeva palpare i glutei alle ragazze accondiscendenti.
come sia usa fare da decenni, si…è vero, i vitalizi andrebbero tagliati da anni, ma…..questo non è un problema, i problemi sono altri. Ma quando si inizierà a dire, facciamo Lista, scaletta, iniziamo ed andiamo di conseguenza, democristiani sempre !!!!!
Anch’io, ieri sera, ho lasciato Giletti che “SENTENZIAVA con furore e mi sono messa a vedere “REPORT” che non avevo più visto, per protesta del cambio del conduttore!
Che c’e’ di male a colpire ” i soliti furbetti” ? sembra che sia un piccolo difettino Italiano che non si può rimediare, scusabile e giustificabile , se tutti facessero il proprio lavoro anche con un minimo di impegno , si vivrebbe meglio tutti , e invece no , dagli a chi ce l’ha con i soliti furbetti , poverini,,,, sarebbe ora di linea dura , licenziamento in tronco , sarebbe ora di sbattere in galera i politici corrotti,,,ma non lo capite che siamo stufi e che vogliamo semplicemente un po di giustizia
Il commento e giudizio su Giletti mi trova d’accordo, certo e’ piu facile e semplice mettere a fuoco certi comportamenti, e non attaccare i POTENTATI, e’ cosa vecchia come il mondo, e Giletti li ripropone.
perfettamente d’accordo con le considerazioni su Giletti e la sua trasmissione. Ma Report non è la bocca della verità, tanto più da quando hanno mandato via Gabanelli, anzi la sua vocazione pseudoambientalista ed anti-industriale ci vorrebbe portare ad ulteriore desertificazione industriale e conseguente impoverimento: pauperismo e decrescita molto infelice, tranne che per i ricconi, e vantaggi per gli stati esteri che ci invadono con i loro prodotti spesso di bassa qualità. In entrambe le trasmissioni toni esasperati, la presunzione di essere i depositari della verità. In Report non c’è neanche un minimo di contradditorio.
si prevedeva.
Condivido pienamente.
Sono perfettamente d’ accordo e Vi ringrazio, perche’ ancora oggi molte persone credono all’ asino che vola.
ancora la gabanelli ? ma non era scomparsa ? e da dove è rispuntata ?
Cao lettore,
Gilletti è al soldo di Cairo e, conseguentemente, della Commissione Trilaterale (Soros, Agnelli, ecc.).
Insistere sull’abolizione dei vitalizi significa voler drere un precedente per giungere, nel medio periodo, all’abolizione delle pensioni di reversibilità.
Giuliano Amato, con il tetto sui cumuli (degli italiani ma non sui suoi), docet