Amministratori nel mirino: ogni 16 ore intimidazioni e minacce a un sindaco

20 Apr 2018 15:22 - di Redazione

Dal 2011 gli atti intimidatori ai danni di amministratori locali o rappresentanti della pubblica Amministrazione sono aumentati del 153%. Nel 2017 ne sono stati censiti 537 in totale, in pratica una ogni 16 ore. Lo denuncia la settima edizione del Rapporto ”Amministratori sotto tiro”, curato da Avviso Pubblico e presentato oggi a Roma nella sede della Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa Italiana). Per la prima volta lo scorso anno il fenomeno ha interessato tutte le 20 regioni italiane, in 78 Province e 314 Comuni, segnando un aumento del 6% rispetto al 2016. Presenti, tra gli altri, il presidente e il coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, Roberto Montà e Pierpaolo Romani, il Procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone, la Presidente uscente della commissione Parlamentare Antimafia Rosy Bindi e il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho. Il Mezzogiorno resta protagonista: nel 69% dei casi gli atti intimidatori si concentrano nel Sud o nelle Isole. La Campania è la regione più colpita con 86 casi censiti, il 43% in più rispetto al 2016. Al secondo posto la Sicilia (79 casi), seguita da Puglia e Calabria a pari merito (70). Sorprende la posizione della Lombardia, sesta in classifica e prima regione del centro-nord a comparire, che registra un sensibile aumento delle intimidazioni, che arrivano a 28 nel 2017. ”Questo è il segnale che la mafia, anche quella che si è trasferita al nord e che preferisce corrompere piuttosto che sparare, spara ancora se deve” ha dichiarato l’onorevole Bindi. Il tipo di minaccia più utilizzato in assoluto si conferma l’incendio, sebbene in calo rispetto al 2016 (da 33% al 28%). Molto utilizzate anche le lettere e i messaggi minatori (13%), le aggressioni fisiche (10,5%) e i danneggiamenti di mezzi o strutture appartenenti al singolo o al comune (10%). In forte ascesa l’utilizzo dei social per le minacce, che dal 3% del 2016 arriva a toccare il 9%. Facebook è diventato il primo sfogatoio di frustrazioni personali, disagio e malcontento che si manifestano direttamente sulle pagine personali dei sindaci o dei loro collaboratori. ”È importante sottolineare come non si tratti solo di minacce di matrice mafiosa, sono spesso i singoli cittadini a manifestare il proprio rancore con atti aggressivi – ha dichiarato il Presidente di Avviso Pubblico Roberto Montà – sintomatico di una totale sfiducia nelle istituzioni, che si sfoga spesso su chi ci è vicino: gli amministratori locali che lavorano in prima linea”. Non tutti gli atti sono riconducibili a manifestazioni di criminalità: nella maggior parte dei casi è il malcontento verso le decisioni amministrative a scatenare la minaccia (33,55% dei casi), ma il dato più preoccupante è quello riconducibile all’avversione per l’accoglienza dei migranti, che rivendica il 21% degli atti perpetrati.

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