Primavalle, 45 anni dopo gli studenti rendono omaggio ai Fratelli Mattei (fotogallery)
Con la deposizione di una corona di fiori, stamattina, le istituzioni romane hanno reso omaggio alla memoria di Stefano e Virgilio Mattei, uccisi il 16 aprile di 45 anni fa da tre militanti di Potere operaio. Si trattò di un delitto efferato, maturato nell’ambito di un clima di odio politico così cieco da identificare nella famiglia di un netturbino di periferia un nemico da sterminare con il fuoco. La “colpa” di Mario Mattei era quella di essere il segretario della sezione del Msi di Primavalle. Per questo, in quella notte d’aprile del 1973, Achille Lollo, Marino Clavo e Manlio Grillo gettarono della benzina sotto la porta della casa in cui Mario Mattei viveva con la moglie casalinga e sei figli, che avevano tra i 3 e i 22 anni. Due dei sei ragazzi, Virgilio e Stefano, di 22 e 10 anni, non riuscirono a sfuggire alle fiamme, morendo abbracciati sotto la finestra della loro camera da letto.
«È importante tramandare la memoria di quegli anni e di questi morti innocenti. Bisogna sempre sottolineare con grande forza che il confronto politico non deve mai travalicare i limiti del rispetto e della democrazia», ha detto il presidente del consiglio comunale di Roma, Marcello De Vito, intervenuto con la fascia tricolore, in rappresentanza del Campidoglio, alla cerimonia che si è svolta in via Bernardo da Bibbiena, sotto le finestre di quella che fu la casa dei Mattei. Con lui erano presenti anche i rappresentanti del Municipio XIV, quello di Primavalle, e della Regione Lazio, che ha condiviso la corona di fiori con il Comune. C’erano i familiari di Virgilio e Stefano, tra i quali Antonella e Giampaolo Mattei, che negli anni hanno promosso una intensa attività associativa per preservare la memoria dei loro fratelli e, insieme, sensibilizzare i giovani su cosa furono quegli anni e l’odio che li percorse. C’erano i rappresentanti della destra romana e nazionale, da Gianni Alemanno a Roberta Angelilli, da Andrea Augello a Maurizio Gasparri. C’era l’affetto del quartiere, testimoniato da un messaggio lasciato ai piedi del palazzone popolare dove si consumò il delitto: «In memoria dei fratelli Mattei, Stefano e Virgilio», si legge sul foglio scritto a mano dalle «nonne e mamme di questo lotto», che – è ricordato nel messaggio – hanno «vissuto in prima persona questa tragedia».
Erano presenti anche due scuole: la Morosini, la scuola media del quartiere, e il Vittoria Colonna, un liceo del centro che partecipa a un progetto dell’Archivio Flamigni, proprio sulla conoscenza e la memoria degli anni di piombo e delle vittime della violenza politica. Non è sempre stato così. Per decenni i Mattei hanno vissuto, oltre al dolore, l’isolamento e l’oltraggio della colpevolizzazione. Nell’immediatezza del delitto, a sinistra si mise in moto quella potente macchina mediatica e logistica che andava sotto il nome di Soccorso rosso e che, di fatto, fornì ai colpevoli il lasciapassare per l’impunità: fu costruita a tavolino la tesi della «faida interna» raccolta nel libretto infame Primavalle – Incendio a porte chiuse e fu organizzata la fuga degli assassini. Lollo, Clavo e Grillo riuscirono a scappare all’estero, senza mai scontare la pena – irrisoria – di 18 anni, che li riconosceva colpevoli solo di omicidio colposo, come se uccidere un ragazzo e un bambino dando fuoco alla loro casa potesse essere considerato un incidente.
Per un trentennio l’ombra di quel racconto infame è aleggiata sul delitto di Primavalle, radicata come retropensiero nella memoria collettiva del Paese. Fu l’ostinazione della famiglia e del partito della destra a consentire di sradicarla in via definitiva: la tracotanza di Achille Lollo lo portò, dal suo ritiro dorato in Brasile, a impegnarsi in politica per il voto degli italiani all’estero. Scovato e messo a confronto con le sue responsabilità infine l’assassino dei fratelli Mattei ammise la propria colpevolezza, premurandosi bene però di farlo quando ormai il reato era prescritto e lui poteva continuare a rimanere impunito. I Mattei, i morti e i vivi, non hanno mai ottenuto una vera giustizia, ma almeno la verità era stata ripristinata.
Nel corso della giornata il ricordo di Stefano e Virgilio prosegue con altre iniziative: presso la sede della associazione Fratelli Mattei, in via Fabio Conforto 9, in zona Marconi, è possibile visitare la mostra permanente sugli anni di piombo e il focus sulla strage di Primavalle. In piazza Clemente XI, a Primavalle, alle 18, appuntamento per un corteo silenzioso, organizzato in collaborazione con l’associazione Stefano e Virgilio Mattei, con arrivo in via Bibbiena e alle 21, presso l’Auditorium 2 Pini, in via Zandonai, è organizzata una serata di «musica e parole in ricordo di Virgilio e Stefano Mattei» e ricordare questi «45 anni senza giustizia».
RICORDATE DAI ROSSI NON CE NIENTE DI NIENTE DA IMPARARE . . .
Dopo tanti anni ho ancora negli occhi l’immagine ORRENDA del povero Virgilio (ormai carbonizzato) affacciato alla finestra. La cosa più orrenda è che questi due ragazzi, arsi vivi dall’odio distribuito a piene mani in quel tragico periodo, non abbiano avuto GIUSTIZIA !!!
io non dimenticherò mai i tanti giovani missini assassinati barbaramente !!!!!
Bastardi Rossi